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È stata inaugurata dal romanzo Il rinnegato la pubblicazione delle opere complete del santarcangiolese Giuseppe Brancale curata dalla casa editrice fiorentina Polistampa. Scrittore della rinascita del Sud nel secondo dopoguerra,

La Polistampa avvia la pubblicazione delle opere complete del santarcangiolese Giuseppe BrancaleÈ stata inaugurata dal romanzo Il rinnegato la pubblicazione delle opere complete del santarcangiolese Giuseppe Brancale curata dalla casa editrice fiorentina Polistampa. Scrittore della rinascita del Sud nel secondo dopoguerra, marinaio e insegnante, Brancale da Sant’Arcangelo si trasferì a Firenze. Ha portato a termine “Echi nella valle” (Cosenza 1972, testo che ottenne il Premio della Presidenza del Consiglio dei Ministri), per il quale Carlo Levi realizzò il bozzetto di copertina, e “Lettere a Michele” (Firenze 1977, dedicato al medico Michele Di Gese, che rappresenta il testamento spirituale dello scrittore). Entrambi i testi sono introvabili, mentre rimangono inediti due romanzi, alcuni racconti ambientati nella Valle dell’Agri, e un saggio sulla questione meridionale che compare in appendice a Il Rinnegato. La Polistampa prevede l’uscita del progetto “Giuseppe Brancale. Opere complete” entro il 2010: racchiuderà in quattro volumi tutta l’opera dello scrittore scomparso a Firenze nel 1979. Nel Rinnegato il passaggio dal Regno di Napoli al Regno d’Italia è descritto dagli occhi del garibaldino Giuseppe Prestone e della comunità di Migalli, un paesino lucano di settemila abitanti. Proprio da Migalli, insieme alla moglie, Prestone, sognatore, parte per raggiungere l’Argentina in cerca di fortuna. La coppia adotta il piccolo orfano Antonio Bonturino e, dopo la morte della moglie, Prestone rientra a Migalli. In Basilicata finirà più volte dietro le sbarre: non perde occasione per incitare i compaesani a ribellarsi all’oppressione. Si lascia entusiasmare dalla costruzione unitaria e si arruola nella garibaldina ‘brigata Basilicata’ che combatte la battaglia di Caserta. Sono, queste, pagine scritte con dinamicità e in cui traspare un’accurata ricostruzione storica. Prestone fa quindi ritorno alla povertà di Migalli, “dove l’Africa è più vicina che Roma” e il sole “è ancora lontano da venire”. Dopo la proclamazione dell’Unità, a lui e agli altri militanti garibaldini non viene infatti prospettato più nulla. Quando, alla morte di Cavour, la Destra comincia a combattere il brigantaggio (Prestone viene chiamato “rinnegato” proprio dai suoi ex compagni che hanno scelto la macchia), continua però a non preoccuparsi di affrontare la sua causa di fondo, la disperata ribellione di popolazioni contadine contro uno Stato che si distingue dal precedente soltanto per una maggiore pressione fiscale e l’obbligo della leva militare fino all’illusione dell’avventura coloniale. «Egregi Signori, conosciamo il male che grava su Migalli. Lo saneremo non appena avremo un po’ di fondi», rispondono da Roma agli amministratori lucani. Peccato che, nel frattempo, come scrive Brancale, «erano passati i secoli».
Prestone, nonostante le delusioni, non si arrende e non smette di sognare.
Data recensione: 05/12/2007
Testata Giornalistica: Il Quotidiano della Basilicata
Autore: Rossella Montemurro