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Chissà se Tiziana Perchiazzi legge Bazar. E se si sia mai imbattuta in questa rubrica che suggerisce per ogni libro recensito una colonna sonora: talvolta per affinità, tal’altra per contrasto. Ciò perché anche lei, al termine

Chissà se Tiziana Perchiazzi legge Bazar. E se si sia mai imbattuta in questa rubrica che suggerisce per ogni libro recensito una colonna sonora: talvolta per affinità, tal’altra per contrasto. Ciò perché anche lei, al termine del libro, inserisce una nota in cui consiglia 21 brani – dalla Callas a Madonna – ciascuno a fare da tappeto musicale ai suoi racconti.
Racconti che non sono «scritti splendidamente», secondo lo slogan del narratore esordiente, essendo piuttosto racconti che dicono. Spesso c’è un inizio descrittivo di situazioni umane, che successivamente precipita in poche frasi nel compiersi di un destino. Si assiste al dipanarsi di tante vite, soprattutto di 30-40enni, intrise di solitudine e precarietà emotiva: i rapporti d’amore sono un’epifania cui segue l’inevitabile disillusione. A volte si respira un po’ un senso di condanna nell’appartenere a questa fascia d’età oggi (quindi tutto sommato nel far parte di una generazione): infatti si guarda alla classe dei genitori come privilegiati possessori di certezze e a quella dei più giovani – cui sono dedicati due racconti in forma dialogica: uno scambio di sms e una comunicazione attraverso Messenger – come fortunati portatori di sbarazzina spregiudicatezza.
A far da collante, oltre al termine “gelsomino” declinato in ogni salsa e a un’inquietudine che non fa prendere sonno, il punto di vista della Perchiazzi, rivelato in un incipit: «il fotografo osserva la vita degli altri senza molestarla».
Colonna sonora: ROBERT PLANT & ALISON KRAUSS Raising sand
Data recensione: 01/01/2008
Testata Giornalistica: Bazar - cultura e divertimento intelligente
Autore: Ciro Bertini