chiudi

Come rivela Ennio di Nolfo nella sua prefazione al libro, l’analisi dettagliata delle misure economiche prese dall’amministrazione Nixon nell’agosto 1971 rivela come la decisione di sganciare il dollaro dalla parità fissa

Come rivela Ennio di Nolfo nella sua prefazione al libro, l’analisi dettagliata delle misure economiche prese dall’amministrazione Nixon nell’agosto 1971 rivela come la decisione di sganciare il dollaro dalla parità fissa con l’oro, insieme con gli altri provvedimenti per la ripresa economica americana, non sia stata dettata da necessità contingenti, legata in particolare alle difficoltà economiche derivanti dal conflitto vietnamita, ma da una vera e propria volontà di superare il drammatico declino della superpotenza americana e recuperare la piena leadership del mondo occidentale, dopo anni in cui questa era stata messa pesantemente in crisi. Per questo motivo, la ricerca si estende ad un arco di tempo più ampio, che abbraccia tutto il periodo dell’amministrazione repubblicana, grazie alla molteplicità di fonti documentarie americane a disposizione, accuratamente esaminate dall’Autore.Le origini delle decisioni americane si collocano all’inizio dell’Amministrazione. Numerosi studi e gruppi di lavoro fin dall’insediamento di Nixon alla Casa Bianca affrontano i molti problemi sul tappeto, dalla crisi della bilancia dei pagamenti USA alla fluttuazione dei cambi, fino alla opzione della sospensione della convertibilità aurea del dollaro, nel contesto del recupero politico della leadership.
L’opera evidenzia – sulla base di una gran mole di documenti consultati, da quelli del Consiglio di sicurezza nazionale a quelli della Federal Riserve e del Dipartimento del Tesoro – l’apporto decisivo alle decisioni finali dato da numerosi altri protagonisti della nuova Amministrazione, da Henry Kissinger a Paul Volcker, da Arthur Burns a Paul McCracken, da George  Shultz ai due ministri del Tesoro, David Kennedy e, poi, il combattivo John Connaly. Spesso alla luce di forti contrasti all’interno dello stesso entourage nixoniano.Le decisioni finali furono perciò il portato di un lungo lavoro, prese quando l’instabilità dei cambi mostrava di non portare alcun accordo con i governi europei. Tra l’altro, la stessa Comunità Europea non riusciva ad acquisire il ruolo di un interlocutore politico credibile agli occhi dell’Amministrazione.Alla fine del 1971, il compromesso tra le due sponde dell’Atlantico fu trovato con la svalutazione del dollaro rispetto all’oro e la rivalutazione di altre monete rispetto al dollaro, e con un ruolo centrale svolto dai diritti speciali di prelievo del Fondo monetario internazionale. Una situazione che avrebbe aggravato gli effetti della successiva crisi energetica del 1973.
Lungi dall’essere stato solo un aggiustamento economico, con pesanti conseguenze nei rapporti tra americani ed europei fino ad allora caratterizzati dal cold war consensus, il crollo del sistema dei cambi fissi di Bretton Woods deciso da Washington sconvolse il mondo politico occidentale, segnando un punto di svolta decisivo nel quadro di tutto il XX secolo.
Data recensione: 01/03/2007
Testata Giornalistica: Rivista di studi politici internazionali
Autore: Giuliano Caroli