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L’autore esordisce puntualizzando sul valore semantico del termine «bizantino», presente anche in alcuni testi di origine medievale ma di natura letterariamente ricercata, mentre pare opportuno ricordare che i rimandi più frequenti

L’autore esordisce puntualizzando sul valore semantico del termine «bizantino», presente anche in alcuni testi di origine medievale ma di natura letterariamente ricercata, mentre pare opportuno ricordare che i rimandi più frequenti al termine «romano» insistono sul concetto di continuità imperiale da parte dell’Impero romano d’Oriente. Allo stesso tempo si rimarcano le differenze tra il concetto di romanità rivendicato in ambito franco, ricordando, a livello esemplificativo i contenuti di alcune epistole di Alcuino, e quello ideale formulato in età patristica che insisteva su una continua ricerca di continuità nei rapporti con la Nuova Roma. Con l’evoluzione del concetto del potere presso la corte carolingia si viene così a registrare il passaggio da una fondazione cosmologica ad una ecclesiologica dell’autorità imperiale. Si propone così l’irripetibilità dell’esperienza imperiale romana e della sua continuazione orientale, sulla quale si fonda il suo stesso mito.
Data recensione: 01/01/2007
Testata Giornalistica: Medioevo Latino
Autore: ––