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L’autore pone subito come considerazione preliminare il fatto che per gli storici musulmani le crociate non furono un fenomeno a sé, cioè con propri caratteri distintivi, ma esclusivamente, seguendo le parole di Gabrieli, «uno fra tanti

L’autore pone subito come considerazione preliminare il fatto che per gli storici musulmani le crociate non furono un fenomeno a sé, cioè con propri caratteri distintivi, ma esclusivamente, seguendo le parole di Gabrieli, «uno fra tanti elementi da essi trattati, un filo nella trama della loro storia, benché naturalmente questo filo abbia assunto in certi momenti primaria importanza e sviluppo» (p. 166). In questo senso viene evidenziata la diversità sincronica tra le sue storiografie che in tempi recenti e per motivazioni non troppo dissimili sono state inquinate da letture «attualizzanti». Le spedizioni crociate vennero dunque lette dal mondo musulmano come una semplice variante, per quanto insidiosa e perdurante, di quelle campagne bizantine che periodicamente tentavano, per altro con scarso successo, di recuperare territori a Oriente. L’Autore definisce il contesto storico arabo-islamico agli esordi del fenomeno crociato (secoli XI-XII), richiamando poi alcune testimonianze di storici dell’Islam che narrarono le gesta dei propri condottieri contro i «franchi», facendo anche riferimento a studiosi che si sono occupati in maniera specifica di questo aspetto come A. Maalopuf. V.F. Piacentini, C. Cahen e B. Lewis. Si conclude che l’unico tra i cronisti medievali del mondo islamico che abbia tentato di inquadrare in maniera più ampia il fenomeno crociato nell’ambito della contrapposizione generale tra cristiani e musulmani rimane Ibn al-Athir. 
Data recensione: 01/01/2007
Testata Giornalistica: Medioevo Latino
Autore: ––