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A Montecatini l’obeso e diabetico Ruggero Leoncavallo ci capita per curarsi. Ma ne resta talmente ben impressionato che non la lascia più. Amore a prima vista quello tra l’autore

Il compositore in ToscanaA Montecatini l’obeso e diabetico Ruggero Leoncavallo ci capita per curarsi. Ma ne resta talmente ben impressionato che non la lascia più. Amore a prima vista quello tra l’autore dei «Pagliacci» e la cittadina. Scoccato al principio degli anni Dieci e conclusosi il 9 agosto 1919, quando il compositore napoletano esce dal suo villino di via Giannini accompagnato da un corteo funebre in cui spiccano i colleghi Puccini e Mascagni. Soprattutto della storia di questo decennio si occupa il giornalista Mauro Lubrani in «Ruggero Leoncavallo. I successi, i sogni, le delusioni»: biografia agile e informata, con tante foto. Al volume è allegato un cd di rarità pianistiche suonate da Giuseppe Tavanti. Che sarà pure possibile ascoltare dal vivo, domani alle ore 21 presso il Borgo di Fontebussi a Cavriglia, nel corso della presentazione del libro. Gioviale com’è malgrado la cronica carenza di denaro, Loncavallo diviene di Montecatini uno dei cittadini più benvoluti. E le sue abitudini sono note a tutti: ogni mattina fa un salto alle terme Tamerici e Tettuccio, i pomeriggi va a giocare a tressette al Grand Hotel La Pace per poi tenere salotto alla Torretta. Non c’è avvenimento mondano o benefico a cui non partecipi. Due sole volte lo si vede imbestialito: quando nel ’14, durante un incontro alla Pace, Enrico Caruso e il sovrintendente del Metropolitan di New York bocciano la sua opera «Avemaria» , e il giorno in cui una macchina gli investe il cane Malbruk e lui le corre dietro armato di pistola.
Data recensione: 25/08/2007
Testata Giornalistica: La Repubblica
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