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Il più amato tra i maestri della commedia all’italiana, quello che negli anni non ha mai deluso i suoi innumerevoli estimatori. E sono davvero tanti gli anni da regista di Mario

Il più amato tra i maestri della commedia all’italiana, quello che negli anni non ha mai deluso i suoi innumerevoli estimatori. E sono davvero tanti gli anni da regista di Mario Monicelli, visto che ha cominciato negli anni Trenta non ancora ventenne (è nato a Viareggio nel 1915) e ha firmato oltre 60 pellicole. Il primo lungometraggio è del 1937 e, come le precedenti più brevi esperienze, fu girato nella sua terra, la Versilia. Era intitolato «Pioggia d’estate» e aveva come interprete Ermete Zacconi. Da allora i film leggendari che portano la firma di Monicelli si sono susseguiti senza sosta, dai «Soliti ignoti» a «La grande guerra», da «Amici miei» a «Speriamo che sia femmina», con frequenti ritorni a Viareggio e agli amici della giovinezza come è accaduto anche nel suo film più recente, «Le rose del deserto» tratto da un romanzo di un altro viareggino, lo scrittore e psichiatra Mario Tobino. E Viareggio coglie un’altra occasione per ringraziare Monicelli con la mostra, progettata e organizzata da Eventi Pagliai, che si apre il 4 agosto al Grand Hotel Principe di Piemonte, intitolata «Caro Monicelli... artisti per un maestro del cinema». Un’esposizione di quadri dei maggiori artisti italiani che hanno voluto rendere omaggio a Monicelli dipingendo ciascuno una tela ispirata a uno dei suoi film. L’esposizione resterà aperta fino al 19 agosto (ingresso libero, orario dalle 17 alle 22). Un’attenzione particolare merita il catalogo della mostra per il prezioso «Autoritratto» che il regista fa di se stesso.
Data recensione: 01/08/2007
Testata Giornalistica: QN - Il Resto del Carlino - La Nazione - Il Giorno
Autore: Rossella Martina