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E storie di collezionisti anche a Grosseto dove al Museo Archeologico e d’arte della Maremma, fino al 30 settembre è in corso "Teatralità nel Barocco fiorentino". Una mostra, la prima di una

E storie di collezionisti anche a Grosseto dove al Museo Archeologico e d’arte della Maremma, fino al 30 settembre è in corso "Teatralità nel Barocco fiorentino". Una mostra, la prima di una serie, che presenta per adesso circa venti dipinti, venti capolavori della pittura fiorentina del Seicento, dall’Allori al Cigoli, Dandini, Furini, Lorenzo Lippi, Santi di Tinto, Domenico Gabbiani. Quelli che nell’86, una celebre studiosa di Seicento come Mina Gregori, si occupò di riproporre in una memorabile mostra a Palazzo Strozzi dedicata appunto al poco noto Seicento fiorentino e creando così anche una sorta di "scuola", un gruppo di giovani studiosi che sono adesso tra i curatori della mostra attuale.
Luzzetti è un collezionista, anzi lo è diventato negli anni ottanta quando, rientrato a Firenze da Monaco, ha cominciato a occuparsi di dipinti del Seicento. Perché? Lo dice lui stesso: perché gli sembrava che "l’arte di quel secolo a Firenze ... raggiungesse dei vertici di lirismo assoluti, forse non ancora compresi appieno".
Una sorta di "innamoramento", lo stesso che sta spesso alla base di molte collezioni: la volontà di intervenire nei destini dell’arte, o degli artisti se contemporanei, di diventare parte di un’avventura creativa, scommettendo e rischiando in prima persona. Investendo sul proprio gusto, sulla propria intuizione. L’artista - sembrano dire - non è solo chi crea arte, ma anche chi interviene nel destino di quelle opere, comperandole, incoraggiandone lo sviluppo, raccogliendole e rilanciandone la conoscenza. Senza i collezionisti insomma non ci sarebbe arte: è un’ovvietà ma assolutamente vera.
Dagli anni ottanta a oggi la collezione Luzzetti ha finito per riunire un gran numero di opere, quaranta delle quali verranno donate al Museo grossetano al termine di un ciclo di mostre dove, di volta in volta, parti della collezione verrano presentate, accompagnate da studi, cataloghi, conferenze e secondo precisi gruppi tematici.
Questa prima tranche di circa venti opere è dedicata al tema della teatralità nel Barocco fiorentino e i dipinti sono scelti in base appunto ai gesti drammatici e concitati dei personaggi raffigurati, ai drappeggi e ai costumi fastosi uniti al grande verismo di corpi e atteggiamenti. Un carattere questo riscontrabile un pò dappertutto nella pittura - e non solo - del Seicento, ma difficilmente isolabile fino a essere considerato cosa a sé stante.
Data recensione: 27/07/2007
Testata Giornalistica: Toscana Qui
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