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Poesia e fornelli, eleganti banchetti e osterie, colte citazioni (i classici greci e latini del Cinquecento fanno furore...) e graffiante ironia, raffinati gusti borghesi e tradizioni schiettamente popolari. Chi se non l’abate Agnolo Firenzuola, fine

Poesia e fornelli, eleganti banchetti e osterie, colte citazioni (i classici greci e latini del Cinquecento fanno furore...) e graffiante ironia, raffinati gusti borghesi e tradizioni schiettamente popolari. Chi se non l’abate Agnolo Firenzuola, fine letterato del tardo Rinascimento, poteva trovare un equilibrio tra momenti così diversi del quotidiano: un pò come nelle novelle della Prima Veste, rifacimento ad opera dello stesso Firenzuola delle novelle indiane del Panciatantra, dove i boschi della Val di Bisenzio si popolano di animali esotici e si storie decisamente bizzarre, ma in cui niente sembra fuori posto. Così risulta anche nei suggerimenti sulla cucina e la tavola che il Firenzuola regala nelle Novelle, nelle Rime e in altre sue opere, tanti appunti sparsi che i curatori del volume hanno voluto comporre in una sorta di manuale di cucina. Si tratta delle ricette tradizionali della Val di Bisenzio, in cui il Firenzuola visse per due anni e che corrispondono al periodo più creativo del colto e gaudente abate. Nel libro trovano spazio piatti come la minestra di ceci e castagne, il pan di ramerino, il tegamaccio, citati nelle opere e spiegati in un apposito glossario. Una maniera originale e utile di parlare delle tradizioni popolari ancora oggi vive sulle montagne dell’Appennino pratese.
Data recensione: 01/07/2007
Testata Giornalistica: Microstoria
Autore: Fabrizio Nucci