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Particolare e denso di ricordi,arte e memoria il libro postumo di Fabrizio Misuri (Siena 1945 - Firenze 2002) edito da Polistampa, che parla del mondo dell’arte e degli artisti con un taglio

Particolare e denso di ricordi,arte e memoria il libro postumo di Fabrizio Misuri (Siena 1945 - Firenze 2002) edito da Polistampa, che parla del mondo dell’arte e degli artisti con un taglio insolito, quello del luogo di ritrovo che, dalla metà dell’Ottocento ed il Novecento, fu il caffè. Qui l’arte comincia a prendere nuova vita; qui la discussione è ininterrotta, gli incontri si traducono in animati dibattiti o terminano in farsesche burle e spesso si assiste alla nascita di una giovane rivista o di un movimento rivoluzionario. Dai locali parigini come il “Lapin Agile” e “Les Closeries des Lilas” si passa a quelli italiani come i fiorentini “Caffè Michelangelo” e “Le Giubbe Rosse” o il romano “Aragno”, spazi in cui si può leggere, conversare e talvolta scroccare qualche pasto, tendendo l’orecchio alle notizie più recenti. "A Firenze un buon numero di pittori prendeva a riunirsi sul finire degli anni Quaranta al Caffè Michelangelo nell’allora via Larga, poi chiamata via Cavour. Mostravano bella sicurezza gli artisti affermati, i difensori appunto delle regole, gli altri facevano da corona, ma nel giro di qualche anno cominciarono a farsi notare giovani insofferenti che parevano affascinati da strane idee. Ma chi erano questi giovani ed a cosa miravano veramente?". Fabrizio Misuri propone un percorso attraverso svariati aneddoti e curiosità, che invogliano a soffermarsi per osservare da un lato la vita che si conduceva nei cabarets parigini, dall’altro il buonumore o la ritrosia degli osti fiorentini; racconta le storie che hanno visto questi luoghi protagonisti del nuovo fermento culturale e le curiosità più piccanti o insolite degli artisti che li hanno animati. Si va dai macchiaioli agli impressionisti, dai futuristi ai pittori metafisici, raccogliendo aneddoti e curiosità e soprattutto le vicende private dei maestri: l’amore per il proprio mestiere e quello per la donna, le difficoltà e le incomprensioni che incontrarono con la società, insieme ai loro conflitti personali, mettendo in luce aspetti nascosti del loro carattere, come l’infinita umiltà di Fattori, la tragica solitudine di Van Gogh, la sregolatezza di Modigliani. Per cogliere la particolarità e il valore di quest’opera occorre risalire all’intenzione prima dell’autore – non uno storico dell’arte ma un collezionista appassionato – di raccogliere testi ed episodi intorno alla vita dei suoi artisti preferiti. Non un nuovo saggio da aggiungere alla sterminata bibliografia sull’argomento ma quasi un romanzo, scritto da un uomo guidato esclusivamente dal proprio amore verso l’arte e dal proposito di intrecciare le vicissitudini personali dei suoi “protagonisti” con quelle di un’epoca di grande fermento artistico. L’autore, poeta, da sempre amante della pittura, è stato un grande collezionista e questo lo ha portato a ripercorrere e analizzare la vita dei suoi pittori prediletti. La narrazione, suddivisa per capitoli in base ai periodi di riferimento, è correlata e scandita da schede che approfondiscono i temi trattati ed è illustrata da sedici tavole a colori con alcune opere, della stessa collezione Misuri, di Baccio Maria Bacci, Giovanni Bartolena, Xavier Bueno, Niccolò Cannicci, Raffaello Gambogi, Oscar Ghiglia, Ulvi Liegi, Llewelyn Lloyd, Plinio Nomellini, Guido Peyron, Alberto Pisa, Mario Puccini, Ottone Rosai, Adolfo Tommasi, Ludovico Tommasi. Questo libro, frutto di ricerche durate anni, è uscito postumo e ne rappresenta l’eredità.
Data recensione: 17/03/2007
Testata Giornalistica: Libroblog.it
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