chiudi

Ventotto dipinti antichi, realizzati tra il XVII e il XVIII secolo, che raccontano la vita di Maria Maddalena dei Pazzi (1566-1607), la santa dell‘“amore non amato” e ultima fiorentina ad

Speciale mostra su Maddalena Ventotto dipinti antichi, realizzati tra il XVII e il XVIII secolo, che raccontano la vita di Maria Maddalena dei Pazzi (1566-1607), la santa dell‘“amore non amato” e ultima fiorentina ad essere stata canonizzata, compongono una mostra aperta fino al 20 luglio presso il Seminario arcivescovile di Firenze (lungarno Soderini). Le tele portano le firme, tra gli altri, di Francesco Curradi e Andrea Sacchi, come anche di Giovan Camillo Sagrestani. L’esposizione e il catalogo, edito da Polistampa, sono curati da Piero Pacini, che è autore di diversi studi su questa carmelitana la cui vita claustrale è stata segnata, secondo la tradizione, da fatti miracolosi, estasi e visioni. Non ebbe in senso stretto una vita pubblica, se si esclude un incontro nel 1600 con Maria de’ Medici regina di Francia. Il corpo di Maria Maddalena, conservato nel monastero carmelitano di Careggi, non si è decomposto ed è rimasto incorrotto. Don Divo Barsotti, fondatore dei Figli di Dio, notava come “nella tradizione della Chiesa, ci sono i pastori. E i pastori, durante la loro vita, contano di più di una povera monacella che vive nella solitudine del suo monastero. Ma una volta che i pastori muoiono, rimangono simbolo e presenza della fecondità della Chiesa le vergini consacrate: Agnese per Roma, Lucia per Siracusa, Agata per Catania”. Per Firenze, secondo Barsotti, Maria Maddalena de’ Pazzi “rimane viva in mezzo al suo popolo. Il corpo che ella ci ha lasciato è come la garanzia, la caparra di una sua presenza di amore. Unita al suo Dio ella è divenuta come, sì, l’ipostasi della comunità fiorentina, è divenuta come la madre di questa Chiesa”. Nell’occasione del quarto centenario dalla morte a lei sono stati dedicati alcuni importanti convegni, tra cui quello dell’Ordine carmelitano con il Seminario maggiore. La mostra è aperta tutti i giorni con orario 10-12.30/ 16-18.30. Sabato e festivi: 10-13. Chiuso il lunedì. Ingresso gratuito
Data recensione: 12/06/2007
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Michele Brancale