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In mezzo alle mille polemiche spesso noiose, inutili e oziose, che il mondo della letteratura e dei giornali mettono in piedi, c’è stata una recente

A 50 anni dal film e dal romanzo che parlavano di lei, la vera “ragazza di Bube” ne prende le distanzeIn mezzo alle mille polemiche spesso noiose, inutili e oziose, che il mondo della letteratura e dei giornali mettono in piedi, c’è stata una recente discussione che a mio parere merita di essere segnalata e sulla quale voglio per un attimo soltanto intrattenervi. E’ la discussione che è sorta intorno ad un libro pubblicato da Polistampa Editore, dal titolo “Nada, la ragazza di Bube”, scritto da Massimo Biagioni. Il titolo vi ricorda qualcosa? Se non vi ricorda nulla, ve lo rammento io: “La ragazza di Bube” è uno dei romanzi più importanti del Novecento, scritto da Carlo Cassola, rifacendosi ad una storia vera, la tragica storia d’amore appunto di Nada e del partigiano Bube. Pochi anni dopo ne venne tratto anche un film con Claudia Cardinale. A quasi cinquant’anni di distanza, la vera ragazza di Bube, Nada Giorgi, ormai anziana, sente il bisogno di confessare che quel libro e quel romanzo di Cassola non la ritraggono per nulla, sono lontanissimi da quella che è la sua natura, la sua indole, da quelli che sono i suoi pensieri, i suoi amori, da quelle che sono state le sue aspirazioni e disillusioni. Insomma, non si riconosce nel ritratto a lei fatto dallo scrittore Cassola e dal famoso regista Mauro Bolognini. Non si riconosce nei comportamenti impersonificati da una diva del nostro cinema come Claudia Cardinale. Questa sconfessione a me è parsa un gesto che le nuove generazioni non avrebbero mai fatto. Insomma, c’è una donna che di fronte a come l’hanno dipinta la grande letteratura e il grande cinema, si alza e dice: quella non sono io. Quella non mi rappresenta. Io sono diversa, sono migliore. La mia vita ne è la prova. Al giorno d’oggi, assistiamo a ragazze e ragazzi che pur di comparire e stare in televisione o sui giornali, sono pronti a rinunciare a qualunque loro principio morale (se ne hanno uno), sono pronti a sconfessare qualunque loro impegno o fedeltà che avevano preso, sono pronti a farsi riprendere mentre mangiano la pasta con le mani come fossero maiali, mentre si tradiscono gli uni con gli altri come fossero tori e vacche in un recinto, mentre dimostrano di non sapere chi è Bush o Bertinotti senza provare alcun rossore di imbarazzo. Al giorno d’oggi assistiamo a ragazzi e ragazze, a giovani e fanciulle, che pur di comparire di fronte a milioni di italiani, sono pronti a fare qualunque parte in uno show, dalla puttana al magnaccia, dal pedofilo al violentatore, dall’uomo tradito e imbestialito alla gattina lasciva e maliziosa. Pronti a tutto pur di stare lì. Lì dentro. Pronti a tutto, a mostrarsi come la tv li vuole, pur di apparire, pur di essere sulla scena. La discussione che è sorta in merito al libro pubblicato da Polistampa mi sembra un bell’esempio di moralità di altri tempi, di etica ormai perduta. La donna anziana poteva continuare a vivere nell’alone di rispettabilità e di onore che comporta l’essere immortalata in un romanzo e in un film capitali per la storia dell’arte del Novecento. Nada Giorgi poteva fare come Marta Marzotto, che ha vissuto buona parte della sua vita glorificandosi giustamente di essere stata la donna ritratta in decine e decine di quadri da Renato Guttuso, esposti nei più importanti musei del mondo. Invece no: ha alzato la sua dignità di persona, di donna, di essere umano e ha detto: non mi sono mai riconosciuta nel grande romanzo, e questo libro pubblicato da Polistampa è più autentico e vero di quello pubblicato dalla Rizzoli sotto la penna dell’illustrissimo Carlo Cassola. Un gesto morale d’altri tempi, una confessione di altre epoche. Purtroppo.
Data recensione: 31/05/2007
Testata Giornalistica: La Voce di Romagna
Autore: Luca Nannipieri