Pagode e portali dal tetto del mondo

Si dice Himalaya e subito si pensa a vette, ghiacciai, morene, trekking, arrampicate. Ma la catena montuosa più alta del mondo è anche un immenso ecumene fatto di nazionalità e culture diverse, raggruppabili ai nostri distratti occhi occidentali come ‘indo-iranica’ e ‘mongolo-cinese’. Culture che danno mostra di sé anche con una architettura immaginifica, coloratissima, fatta di pagode e templi, obelischi e piazze, fontane e pergolati, tetti e soprattutto portali, finestre, balconi, davanzali, infissi di legno meravigliosamente intagliato. Su un mondo poco noto, squarcia adesso il velo il saggio degli architetti Valerio Sestini ed Enzo Somigli, che da trent’anni si avventurano in Asia e più precisamente in Nepal. ‘Architettura Himalayana. Architettura tradizionale nella valle di Kathmandu’ (Polistampa), offrono un’analisi esauriente e articolata, originale e fuori dagli schemi, riassumendo i valori religiosi e culturali retrostanti ai vari stili architettonici di una zona che dell’Himalaya e quindi dell’Asia è davvero un formidabile concentrato. Tra i vari argomenti viene ad esempio affrontato il rapporto tra l’architettura e l’acqua. Alla documentazione fotografica (ahinoi in un bianco e nero non sempre di adeguata definizione: è una pecca grave di un libro comunque prezioso) si affiancano i rilievi grafici di molti monumenti nepalesi, con l’esemplificazione di numerosi dettagli costruttivi. Una parte del corredo di immagini e illustrazioni proviene dalla collezione Hogdson. Valerio Sestini è professore di Tecnologia presso l’Università di Firenze e ha svolto oltre venti missioni in Nepal, collaborando con l’Unesco, il ministero degli Esteri, l’Università e il Club Alpino Italiano. Enzo Somigli ha svolto attività professionale anche in Arabia Saudita, Grecia e Marocco e ha partecipato a missioni Unesco volte a tutelare opere architettoniche in Nepal. Testi in italiano e inglese. Con la collaborazione di Caterina Bonapace, presentazione di Luigi Zangheri.