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Come fa a ricordare mille e rotti anni di parentado?
Quando hai tutta questa storia sulle spalle... Insomma, se ci cresci... È una bella responsabilità, un’eredità da portare

Come fa a ricordare mille e rotti anni di parentado?
Quando hai tutta questa storia sulle spalle... Insomma, se ci cresci... È una bella responsabilità, un’eredità da portare avanti, che richiede impegno. Anche la tenuta (Villa Cusona, ndr) e la vernaccia mica le posso lasciare stare. Del vino parlarono Lorenzo de’ Medici, Dante e il Boccaccio. È da mille e 300 anni che si produce: nessuno ha il diritto di cancellarlo. Così, dopo essere stata ballerina, ora ho la passione della recitazione e vendo vino. Oltre che suonare il piano e scrivere.
Facile da ricordare... (ed. Polistampa), la sua autobiografia (un best seller in Russia), una storia affollata di personaggi: Nureyev, Gregory Peck, Uto Ughi, Tony Blair, Alberto Sordi, Amintore Fanfani, Laura Biagiotti, Andrea Bocelli, Hubert de Givenchy...
È andata così: a casa avevo una sala dove mi allenavo. C’era la sbarra e, sui muri, un museo: le scarpette che mi regalò Nureyev, le foto di tutte le persone che avevo incontrato e degli spettacoli. Centinaia di scatti, 15 anni di momenti. Poi, un giorno è entrata una mia collega ballerina e è rimasta sbalordita: "Tu sei una matta, con tutti questi ricordi puoi scrivere un libro!". Così, nel 2000, quando ho iniziato con il teatro ho iniziato a metterlo su pagina: ed è stata una consolazione per il rimpianto della danza, carriera ormai abbandonata. Ora ho l’animo in pace perché è tutto nero su bianco. Capitolo chiuso, ne ho iniziato uno nuovo: già in Russia, quando ballavo, ho partecipato a 2 film, poi ruoli in varie fiction, in Francia, in Nata ieri, e tante altre cose.
Cinque lingue (italiano, inglese, francese, russo e spagnolo), a cinque anni in tv, a tredicici al Kirov, a ventidue in teatro, a trenta in libreria...
Mi invitarono, a tredici anni, in Russia, a ballare nel momento in cui Leningrado tornava a essere San PietroBurgo. Ricordo le file ai negozi, la fame, la tristezza. Sull’aereo, al ritorno, dissi ai miei: "Io parlo russo, la culla del balletto è la Russia, io vado a studiare lì". Erano gli anni Novanta: mamma e papà mi guardarono come se fossi matta, ma mi lasciarono andare. Il primo anno vivevo da cugini, molto alla sovietica: dormivo per terra in una stanza con tre persone, non avevo né armadi né cassetti, la vasca da bagno era arrugginita e per far il bagno bollivo l’acqua. Un appartamento alla Fedor Dostoevskij: con le scale buie, e la paura che ci fosse sempre qualcuno nascosto nell’oscurità con un coltello. Ma io vivevo per l’arte, non m’importava di nulla.
Dal palazzo all’appartamento sovietico...Sì, a Firenze lasciai la mia reggia, palazzo Guicciardini.
Una stanza in affitto per quante di proprietà?
Nemmeno tante...
Quante, principessa?
Sinceramente non le ho mai contate! Ad esempio, palazzo Strozzi è grande, divisa fra cugini... L’importante è che dentro si respiri una storia, la nostra. C’è la biblioteca guicciardiniana, con gli scritti di Francesco Guicciardini e la storia d’Italia; le lettere di Niccolò Machiavelli, che cominciò come segretario proprio del Guicciardini. Dalla finestra del palazzo si vede la targa dedicata a Dostoevskij perché lui lì scrisse L’idiota. E davanti c’è la casa di Peter Ilych Tchaikosky. Io però, come dicevo, laggiù scelsi di dormire per terra. Gli anni successivi in Russia andarono meglio. Finii in casa dell’ex sindaco di San Pietroburgo, nonché maestro di Vladimir Putin, proprio di fronte alla villa in cui morì Aleksandr Puskin! A 19 anni la svolta: dovetti decidere fra il ballare Giselle al Kirov (il mio sogno) o prendere la maturità in Italia. Forse ho sbagliato, ma optai per Firenze, la mia famiglia e i miei amici. Non tornai più. E con il libro ho chiuso serena quel capitolo.
Quando parla, i suoi coetanei la guardano come se fosse un’aliena?
Devo dire che spesso si stupiscono, ma poi mi stanno a sentire. Certo quando andai da Bruno Vespa mi disse che gli sembrava di leggere, sulle pagine della mia biografia, le memorie di un’ottantenne. Ma non sarò l’unica! Esisteranno pure altre storie di ragazze che non siano...
100 colpi di spazzola prima di andare a dormire?
Già, ma "quelle" cose qui in Italia attirano di più. In Russia il mio libro è stato in classifica per parecchi mesi, in Italia ho dovuto arrangiarmi per farlo pubblicare.
Data recensione: 23/04/2007
Testata Giornalistica: Style Magazine
Autore: Paola Pollo