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Tre sono le piante da frutto secolari, che si trovano nella zona Valpolicella - Lessinia, che compaiono nella prestigiosa rivista dell’Accademia dei Georgofili di Firenze, dal

Tre sono le piante da frutto secolari, che si trovano nella zona Valpolicella - Lessinia, che compaiono nella prestigiosa rivista dell’Accademia dei Georgofili di Firenze, dal titolo «Patriarchi vegetali d’Italia - un patrimonio da salvare» di Elvio Bellini, edizioni Polistampa del 2006. Ogni esemplare, studiato accuratamente da un esperto dell’Accademia fiorentina, è illustrato nei dettagli, nelle misure, corredato di fotografie a colori. Un esemplare di ciliegio, denominato «Monti di Torbe» si trova in località Santa Cristina a Negrar al confine con i Comuni di Marano e Sant’Anna d’Alfaedo, nell’azienda agricola di Flavio Fasoli. È una varietà «mora di Cazzano» dell’età presumibile di 130 anni, dell’altezza di 9 metri e dalla circonferenza di 2,70 metri; tra le caratteristiche c’è il fatto che un anno abbia prodotto la bellezza di 260 chilogrammi di ciliegie. Altro esemplare riportato è il sorbo domestico dell’età presunta di 200 anni, che si trova nelle vicinanze di Marezzane e per la precisione del casolare seicentesco affrescato con immagini di Madonna e bambino: alto una decina di metri e 2 metri e mezzo di circonferenza, questo sorbo produce delle corbelle eccezionali, usate nelle vecchie ricette per fare il sidro, come lievitante. Ma l’esemplare, che merita più rilievo, è il «Pero Marchesini» dal nome di Roberto Marchesini, proprietario dell’azienda in località Girotto sopra Marano: 200 anni d’età, 15 metri di altezza, 2,50 metri di diametro. Questo Pyrus Communis della varietà «Missaoro» produce i cosiddetti, in dialetto, «peri missi», parola che probabilmente deriva dall’italiano «mezzo», che con voce antica vuol dire però anche «maturo». Al momento della fioritura quest’albero è stupendo per la quantità di fiori e quest’anno si è deciso di fare una festa per l’occasione, in corrispondenza con quelle pasquali, proprio quando l’albero dovrebbe appunto fiorire. L’Università di Padova, col docente Claudio Giulivo del Dipartimento di Agronomia Ambientale Produzione Vegetale, ha promosso una tesi di laurea sulla specialità quasi in via di estinzione dei «peri missi». Il «sopralluogo» è stato fatto lo scorso ottobre dal professore padovano insieme a Giorgio Baroni, direttore dell’Istituto Sperimentale di Frutticoltura della Provincia di Verona con sede a San Floriano. L’università di Padova è in grado di eseguire analisi complete e totali di queste pere, non solo relative gli zuccheri: la tendenza è di usarle anche in diete particolari per le sue proprietà.
Data recensione: 04/04/2007
Testata Giornalistica: L’Arena
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