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Un tema difficile e interessante quello della memorialistica italiana nelle colonie africane prima della Seconda Guerra Mondiale. Difficile in quanto una oggettiva valutazione di talune esperienze personali e collettive necessita di un

Un tema difficile e interessante quello della memorialistica italiana nelle colonie africane prima della Seconda Guerra Mondiale. Difficile in quanto una oggettiva valutazione di talune esperienze personali e collettive necessita di un quadro di riferimento preciso, affascinante perché i diari e i resoconti di prima mano restituiscono oltre che dati importantissimi per la ricerca, impressioni e sentimenti diffusi nell’epoca in cui vennero scritti. Non aiuta sotto il primo aspetto il prologo del curatore che ricostruisce la storia del colonialismo italiano nel Corno d’Africa più per esprimere giudizi di valore che per tracciare il contesto in cui iscrivere il diario della spedizione di Giuseppe Cei. Manca un’analisi accurata dei fini di questa spedizione che sulla base dei lavori antropometrici e osservazioni etnografiche cercava conferme alle teorie razziste propagandate dal regime. Manca anche una biografia estesa dell’autore del diario (c’è solo una breve nota biografica nell’ultima pagina del volume) e soprattutto del capo spedizione, l’Owner, come Cei chiamava Lidio Cipriani, biologo razzista, firmatario del Manifesto della Razza del 14 luglio 1938, redattore della famigerata rivista “La difesa della Razza”, diretto da Giuseppe Interlandi.
Data recensione: 01/07/2007
Testata Giornalistica: Microstoria
Autore: Fabrizio Nucci