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"Ho letto con commozione "Arbeiten!" e ho ritrovato anche quel mio tempo di venti mesi nei lager del Terzo Reich. Sono storie che non si dovrebbero dimenticare perché di uomini che per

FIRENZE aise - "Ho letto con commozione "Arbeiten!" e ho ritrovato anche quel mio tempo di venti mesi nei lager del Terzo Reich. Sono storie che non si dovrebbero dimenticare perché di uomini che per coscienza e dignità hanno sofferto fame e umiliazioni e insulti e anche percosse, per non essere più dalla parte della guerra ingiusta e barbara". Questo il commento di Mario Rigoni Stern alla raccolta di racconti di Fabrizio Silei, appena finita di stampare a Firenze per la Selezione Narrativa di Polistampa (pp.85, 9 euro), collana di prose scelte inaugurata da Giorgio Batini nel 2003 e giunta ora al suo 17° numero. "Spero siano in tanti a leggerlo", aggiunge Rigoni Stern, "specialmente in questi grigi e torbidi momenti internazionali". D’altra parte è proprio di oggi l’ultima triste notizia che mostra il persistere in Europa di un sentimento razzista e antisemita. Stavolta tocca alla Croazia - ma poteva essere la Germania, la Francia, l’Italia stessa - dove il Centro Simon Wiesenthal ha denunciato la distribuzione nei bar della capitale Zagabria di bustine di zucchero con l’immagine di Hitler e battute volgari sugli ebrei. Eppure non sono passate molte settimane dalla Giornata della Memoria! "Arbeiten!", "Lavorare!", era il grido di incitamento al lavoro che i carcerieri tedeschi ripetevano continuamente ai militari italiani internati nei lager nazisti all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre 1943 e costretti a lavorare nelle situazioni più massacranti e disumane. I dieci racconti contenuti in "Arbeiten!" sono tutti ricavati dalla testimonianza diretta di "sopravvissuti" italiani ad uno dei periodi più bui della nostra storia e memoria, quello della secondo guerra mondiale e dell’immediato dopo guerra: dalla strage di Cefalonia, durante la quale i soldati tedeschi trucidarono oltre 9mila soldati italiani che rifiutarono di consegnare le armi dopo l’armistizio, ad una panoramica sui lager nazisti sino ai racconti sulle gesta e le sconfitte partigiane. "Sono racconti del nostro passato, delle nostre sofferenze e delle nostre speranze", scrive Mario Venturi nella presentazione del volume. Racconti che "una volta di più ci invitano a non dimenticare, a tenere vivo il ricordo della nostra storia, specialmente in questi tempi tanto distratti". Non nuovo al richiamo della memoria - Fabrizio Silei ha già pubblicato numerosi saggi come quello, nel 2004, sulla strage di Pratale - l’autore, che è anche illustratore e scrittore per ragazzi, ha in preparazione presso Salani il romanzo "Alice e i Nibelunghi", nel quale affronta il tema del negazionismo storico ella shoah. Ma è con la raccolta "Arbeiten!" (Lavorare!) che egli si cimenta finalmente con la scrittura letteraria e si presenta al pubblico come narratore a pieno titolo. I dieci racconti, se pure forniscono una panoramica sui massacri dei lager nazisti non rappresentano unicamente un documento, bensì anche un’opera letteraria. Senza censurare, ma nemmeno rimarcare gli abomini della guerra, Silei piuttosto esplora con uno sguardo inedito il mistero della solidarietà dell’uomo di fronte all’uomo, al di là degli schieramenti della politica e degli eserciti, regalando in questo modo al lettore l’emozione di pagine indimenticabili. Come avviene nel terzo racconto, "Le donne di Vienna". "Per l’età avrebbe potuto essere nostro padre e ci trattava davvero come dei figli. Era il nostro carceriere. Presi dall’esasperazione, qualche volta avremmo voluto davvero che ci picchiasse e ci trattasse male, perché sennò, dico io, sennò, come si fa a considerare un nemico il nemico?". A dimostrazione, scrive Venturi, che "non tutto è perduto e che lampi di luce si possono accendere persino nelle tenebre più fitte del cuore umano". (i.g.aise)
Data recensione: 20/02/2007
Testata Giornalistica: AISE. Agenzia Italiana Stampa Estero
Autore: Raffaella Aronica