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La modella che ispirò la «Gioconda», l’enigmatico capolavoro di Leonardo da Vinci custodito al Louvre, fu sepolta nel convento di Sant’Orsola a

La scoperta del professor Giuseppe Pallanti in un archivio ecclesiastico. La nobildonna Lisa Gherardini era la moglie del mercante Francesco Del Giocondo (da cui il nome nel quadro), e venne sepolta nel convento di Sant’OrsolaFirenze, 18 gennaio 2007. - La modella che ispirò la «Gioconda», l’enigmatico capolavoro di Leonardo da Vinci custodito al Louvre, fu sepolta nel convento di Sant’Orsola a Firenze. A identificare il luogo della tomba e l’esatta data della morte della nobildonna, il cui vero nome era Lisa Gherardini, è stato il professor Giuseppe Pallanti, insegnante fiorentino appassionato di ricerche storiche, che fu a lungo collaboratore dello storico Carlo Maria Cipolla, il quale ha rinvenuto sulla vicenda documenti inediti in un archivio ecclesiatico e all’Archivio di Stato di Firenze. Le nuove scoperte confermano ancora una volta che la Gioconda è realmente esistita proprio come racconta Giorgio Vasari nelle sue «Vite» degli artisti fiorentini. In un ’registro dei morti’ appartenuto a una chiesa, Pallanti ha scoperto questa notizia finora ignota: «Monna Lisa moglie fu di Francesco Del Giocondo morì il 15 luglio 1542 e sotterrassi in Sant’Orsola». Il documento precisa quindi che la Gioconda era Lisa Gherardini, moglie del ricco mercante fiorentino della seta Francesco Del Giocondo, sposata in seconde nozze, e rivela che morì all’età di 63 anni. Le ricerche di Giuseppe Pallanti hanno permesso di accertare anche che Lisa Gherardini, intorno ai 60 anni, ormai malata, fu presa in cura dalla figlia più giovane, Marietta, che era diventata una suora orsolina con il nome di Ludovica. Morto il marito Francesco Del Giocondo nel 1538, la Gioconda (appellativo che le deriva dal nome dello sposo) si dedicò all’arte del ricamo e lavorò per il convento di Sant’Orsola, che si trovava vicino alla sua abitazione in via della Stufa, dove poi suor Ludovica decise di far seppellire la madre. In base ad altri documenti, Pallanti ha ritrovato anche la tomba di Francesco Del giocondo, che si trova nella chiesa fiorentina di Santissima Annunziata, dove vennero sepolti in seguito anche i figli Bartolomeo e Piero. Un documento catastale del XV secolo, scovato sempre da Pallanti, consente poi di rafforzare la notizia della conoscenza diretta tra Leonardo da Vinci e Lisa Gherardini. La nobildonna abitò, almeno tra il 1494 e il 1497, in via Ghibellina, in una casa posta di fronte a quella della famiglia del genio del Rinascimento. Il quadro della Gioconda fu dipinto da Leonardo da Vinci pochi anni dopo, tra il 1503 e il 1506. Le nuove ricerche nell’Archivio di Stato, nell’Archivio dello Spedale degli Innocenti e nell’Archivio dell’Opera del Duomo restituiscono dignità all’identificazione di Giorgio Vasari che, per primo, nelle «Vite» (1550), chiamò «Monna Lisa» l’enigmatico capolavoro leonardiano custodito al museo del Louvre.Lisa Gherardini nasce a Firenze il 15 giugno 1479, sposando nel 1495 Francesco del Giocondo, un anno dopo che il ricco commerciante aveva perso la prima moglie, Camilla Rucellai. Francesco del Giocondo, nato nel 1465 e morto nel 1538, era probabilmente il maggiore importatore e venditore all’ingrosso e al minuto di seta della Firenze dell’epoca, il cui quartier generale era in via Por Santa Maria. Era in affari con Lorenzo il Magnifico e si serviva del Banco dè Medici a Roma per i suoi pagamenti all’estero. Risultano accertati anche i contatti tra ser Piero da Vinci, il padre notaio di Leonardo, che era un amico della famiglia del Giocondo da lunga data. Nel 1497, ad esempio, ser Piero redasse un atto notarile nella bottega dei fratelli Antonio e Francesco del Giocondo. Nel 2004 Giuseppe Pallanti pubblicò il libro «Monna Lisa, mulier ingenua» (Polistampa editore) che dava manforte alle affermazioni del Vasari, che cominciarono ad essere messe in dubbio dai primi del ’900 in seguito al furto del quadro dal Louvre, avvenuto nell’agosto del 1911. Furono addirittura avanzate perplessità sulla reale identità della Gioconda, al punto che fiorirono varie tesi secondo cui monna Lisa Gherardini poteva perfino non essere mai esistita o, addirittura, poteva essere un ambiguo autoritratto di Leonardo.
Data recensione: 18/01/2007
Testata Giornalistica: Il Giorno
Autore: Domenico Savini