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Per l’undicesima volta, Mauro e Antonio Pagliai, editori Polistampa hanno fatto centro. Dopo dieci grandi calendari d’artisti, uno per anno, a partire dagli anni Novanta, proprio l’altro giorno,

Mostra e calendario a cura di Polistampa Per l’undicesima volta, Mauro e Antonio Pagliai, editori Polistampa hanno fatto centro. Dopo dieci grandi calendari d’artisti, uno per anno, a partire dagli anni Novanta, proprio l’altro giorno, in una festosa e affollatissima serata nell’atelier di Via Santa Maria (antica sede editoriale) è stato proposto il calendario 2007 interamente dedicato (dodici dipinti in grande formato) al maestro Paolo Frosecchi. Frosecchi, fiorentino, (tornato da poco a vivere nella sua città) carico di vigorosissimi ottant’anni e qualcosa, ha molta storia artistica alle spalle. Se da Firenze (e dal nonno e dal padre) ha tratto una nutriente familiarità con la grande tradizione macchiaiola – oltre al compasso di una rigorosa e razionale armonia –; dagli anni cinquanta della sua vita a Roma e dalla scuola romana ha derivato gusto della figura, senso scenografico, freschezza e felice primato coloristico. Come, più tardi dai decenni milanesi, Frosecchi deriva una densità costruttiva, una parlata di lombardi accenti e s’intende, l’eco di tanta Europa figurativa. Accademicamente insituabile, nè correntemente figurativo, nè certamente informale. Frosecchi ha ricevuto dalla più autorevole e per lui sempre attenta critica vari titoli: ora è stato detto originale interprete neomanierista, ora elegante risognatore di classici, ora di potente vibrazione espressionista. Oggi per lui sembra davvero calzante l’onerosa e onusta definizione di raro autore di un possibile nuovo Umanesimo. Grandi donne, nude o svestite, corpi in pontormiani equilibri, eleganti e sensuali, tessere quasi musaiche di scomposizione figurale neocubista, luce (la luce di Frosecchi) misteriosa e carica di chiarità spasmodiche e di cupezze leggere, senso di un tetaro compositivo di altissimo compasso. Questi, all’ingrosso, i segni, la grammatica della parlata frosecchiana. Cose e qualità ben evidenti nella contemporanea mostra che appunto si ammira, in occasione dell’uscita del calendario, nella medesima Galleria dell’inesausto e fortunato suo editore. Per dire che cosa con questa tanto inedita quanto originale pittura? Frosecchi esprime in ogni sua tela forti simboli etici; sensualità fuor dei sensi, nostalgia della classicità, ulcerata visione del presente. E, per virtù di suggestione e di dettato, un senso del tempo (attraverso la lingua dello spazio) che, come ogni vera pittura, scandisce l’attimo e insieme rimanda a ieri e al futuro. Gran mostra dunque e splendido calendario.
Data recensione: 21/12/2006
Testata Giornalistica: Il Giornale della Toscana
Autore: Pier Francesco Listri