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I colleghi anziani lo chiamavano Sisino, quelli di mezzo Tommasi, i più giovani dottor Paloscia. La Nazione aveva allora una sorella, minore ma non dimessa: Nazione Sera. Redattore capo, con il potere di

Domani al Tau. Il diario di guerra di Tommaso Paloscia I colleghi anziani lo chiamavano Sisino, quelli di mezzo Tommasi, i più giovani dottor Paloscia. La Nazione aveva allora una sorella, minore ma non dimessa: Nazione Sera. Redattore capo, con il potere di fare e disfare, era Tommaso Paloscia (1918-2005), giornalista anzitutto, ma anche vignettista e pittore. Critico d’arte, aveva scritto da mezzo mondo quando era stato inviato speciale, aveva riferito perfino di vicende calcistiche negli anni in cui la Fiorentina era guidata da Fulvio Bernardini. Pochi sanno però (lui non ne parlava mai) che tra il 9 settembre 1943 e il marzo 1944 il giovanissimo tenente Paloscia, comandante di una postazione costiera, aveva tenuto e illustrato un diario durante il viaggio da una costa all’altra dell’Adriatico, da Abbazia a Pescara, fino a ricongiungersi con l’esercito italiano a Bari. Il diario è un severo grido civile contro il nazismo, l’insensatezza della guerra e l’uccisione delle giovani speranze. A un anno dalla morte, la moglie Nara e la figlia Simonetta hanno deciso di pubblicare quel diario, ritrovato non proprio per caso, ma quasi. Il nome dell’autore è semplicemente Sisino, il titolo è: Quello che non so dimenticare (pagg. 256, euro 18, Polistampa, Firenze 2006, con numerosi disegni dell’autore e la riproduzione di alcune pagine autografe). Il diario di Tommaso Paloscia verrà presentato domani (ore 17) nel Museo «Marino Marini» di Pistoia (corso Fedi 30) dal giornalista e scrittore (nonché vecchio collega di Tommaso) Pier Francesco Listri.
Data recensione: 12/12/2006
Testata Giornalistica: La Nazione
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