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Pochi giorni dopo San Miniato, festeggiato il 25 ottobre, sta per vedere la luce un interessante libro che coinvolge la basilica del martire, una delle più antiche di Firenze. Iniziata nell’anno 1013

Renzo Manetti è autore di un nuovo romanzo storico che inizia dalla traduzione della scritta posta nel 1207 sul pavimento della basilica.Pochi giorni dopo San Miniato, festeggiato il 25 ottobre, sta per vedere la luce un interessante libro che coinvolge la basilica del martire, una delle più antiche di Firenze. Iniziata nell’anno 1013, sotto il vescovo Albrando, San Miniato al Monte sovrasta la città da sopra Piazzale Michelangelo, quasi a monito eterno. E non finisce mai di stupire. Sul pavimento della basilica, infatti, tra l’ingresso e la figura dello zodiaco, si trova un’iscrizione del 1207, misteriosa e variamente interpretata nel tempo.IL TESTO, IN LATINO è «hic valvis ante. celesti numine dante: mccvii. re metricus et iudex: hoc fecit condere joseph; tinent de ergorogo cristum. quod semper vivat in ipsum; tepore mte». Il testo letterale ha così incuriosito Renzo Manetti, da scriverne «Il segreto di San Miniato» per la collana «La storia raccontata» della casa editrice Polistampa, dove il segreto dell’iscrizione si trasforma in chiave per tutto il romanzo. L’indizio del mistero parte dal doppio significato di termini quali «valvis» (che può significare sia «valve» che «battenti») e «ipsum», presente nella riga finale e che può riferirsi sia a Cristo che al tempio stesso. Ma soprattutto, a incuriosire l’autore, è il riferimento oscuro ad un segreto, che sembra in grado di fermare la morte e lo scorrere del tempo: le ultime due parole poste alla destra di ogni frase, compongono un’altra frase di senso compiuto, che significa «queste cose preservano dal tempo e dalla morte». Non si tratta di un’aggiunta successiva, lo dimostra il fatto che la lastra di marmo è unica. Ma cos’è che impedisce alla morte e al tempo di seguire il loro corso?L’INTERO ROMANZO del Manetti ruota intorno alla figura di un giovane ebreo fiorentino, Yosef, che si trova, nel periodo in cui Federico Barbarossa cercava di imporre la sua egemonia sui comuni italiani, ad intrecciare la propria vicenda alla ricerca della misteriosa pietra dell’eterna giovinezza, il mitico Graal. Il finale è del tutto sorprendente ed il lettore vi arriva dopo essersi immerso in una vicenda affascinante che cresce, pagina dopo pagina, seguendo un ritmo sempre più serrato. E non stupisce che un mistero sia celato proprio lì, dove il primo martire di Firenze, San Miniato, si è rifugiato, come leggenda vuole, dopo la sua decapitazione, portando in mano la propria testa, per finire i suoi giorni proprio in quel mons florentinus.
Data recensione: 27/10/2006
Testata Giornalistica: Il Firenze
Autore: Livia Sturlese Tosi