chiudi

Esce in questi giorni il fascicolo di aprile della «Nuova Antologia»...

Esce in questi giorni il fascicolo di aprile della «Nuova Antologia», il periodico di lettere, scienze e arti nato nel 1866, in Firenze capitale, giunto al 159° anno di pubblicazioni ininterrotte.
In primo piano, il ricordo di Antonio Paolucci l’indimenticabile soprintendente scomparso lo scorso febbraio, che ha legato il proprio nome al potenziamento della Galleria degli Uffizi ed alla direzione dei Musei Vaticani, nonché ad operazioni intrepide quali il restauro della Galleria dopo l’attentato dei Georgofili o il salvataggio della Basilica di San Francesco ad Assisi, dopo il terremoto del 1997.
Cristina Acidini, allieva e collaboratrice prediletta, sua erede alla guida del Polo museale, ripercorre la vita quasi leggendaria del «soprintendente d’Italia» , come egli stesso amava definirsi. Sul filo della memoria il ricordo di Francesco Gurrieri, una lunga amicizia risalente all’alluvione del 1966, consolidata nelle numerose collaborazioni, ed anche nei frequenti incontri nella zona di piazza del Duomo, allorché Paolucci scendeva dalla bicicletta «dignitosamente sgangherata» per intrattenersi con l’interlocutore  su temi culturali, non meno che sui problemi della città. Lo stesso Gurrieri, in apertura del volume, ricorda il 50° della nascita del Ministero della Cultura (allora, 1974, «per i beni culturali e ambientali», fondato dal neo-ministro Giovanni Spadolini, per volontà di Aldo Moro, alla guida del governo.
Si parla inoltre dei paradossi del nuovo capitalismo (Brando de Leonardis), del futuro dell’Europa (Andrea Manzella), dei cento anni della RAI (Umberto Boccoli). La memoria storica ha il consueto spazio: un ritratto di Jacques Delors, recentemente scomparso, i padri della patria, quali Ferruccio Parri, Alessandro Galante Garrone, Gaetano Salvemini. I critici letterari si soffermano su Ungaretti, Pasolini e Pirandello. Per concludere, ancora Firenze, nei ricordi della scrittrice Maria Ilaria Maestrelli, in visita, da piccola, con la madre e la sorella ogni domenica a «Villa Montalto» al Salviatino, la splendida dimora di Tammaro De Marinis: un thè coi «pasticciotti»  –  una specie di bauletti di pasta frolla, con la marmellata calda dentro – appena usciti dal forno. Mercante e collezionista di libri antichi, De Marinis fu un autentico protagonista del mondo della cultura del primo Novecento.
Data recensione: 09/04/2024
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Cosimo Ceccuti