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Difficile immaginare due caratteri più distanti. Così come distanti erano spesso le loro posizioni politiche. Accusato, uno di essere...

Difficile immaginare due caratteri più distanti. Così come distanti erano spesso le loro posizioni politiche. Accusato, uno di essere un sognatore ingenuo; definito dai suoi detrattori, l’altro, come cinico e calcolatore. Eppure quella tra Giorgio La Pira e Giulio Andreotti è stata un’amicizia sincera, che ha dato anche frutti significativi. Lo testimonia uno scambio epistolare che copre 27 anni, dal 1950 al 1977, che adesso viene pubblicato nel volume «Bisogna smettere di armare il mondo», a cura di Augusto D’Angelo con la prefazione del cardinale Matteo Maria Zuppi, edito da Polistampa (collana «I libri della Badia») in collaborazione con la Fondazione La Pira.
Già il titolo, tratto da una breve lettera inviata da La Pira ad Andreotti l’11 agosto 1977 (tre mesi prima di morire), è significativo: una sintesi efficace del sentiero lapiriano sulla pace, rivolta a chi a più riprese è stato ministro della Difesa. D’altra parte proprio Andreotti era stato coprotagonista di uno degli atti più simbolicamente rappresentativi dell’amministrazione La Pira a Firenze: il passaggio della Fortezza Da Basso dal demanio militare alla città, per accogliere la mostra dell’artigianato. Non più armi che distruggono, ma lavoro che costruisce. La Pira chiedeva che la Fortezza, a lungo inutilizzata, venisse affidata al Comune. Il 23 marzo 1961 scrive:«Caro Andreotti, grazie con tutto il cuore per quanto hai fatto e farai per la risoluzione della pratica della Fortezza da Basso. Sono certo che al più presto avremo, unicamente per tuo merito, questa gioia». In aprile scrive di nuovo, esprimendo il suo ringraziamento: «Caro Andreotti, ministro della “Difesa”: di che? Della “bellezza” teologale della città cristiana: della creazione artigianale (di livello artistico) di Firenze e di tutte le realtà italiane. Ergo: “Fortezza da Basso”: Fortezza per difendere e diffondere la bellezza cristiana, riflesso della bellezza di Dio e sigillo della nostra civiltà. Grazie». Un anno dopo, nel 1962, Andreotti, in qualità di ministro della Difesa, avrebbe consegnatole chiavi della Fortezza al sindaco la Pira.
Data recensione: 14/01/2024
Testata Giornalistica: Toscana Oggi
Autore: Riccardo Bigi