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Nel primo volume, nell’ampia sezione introduttiva, vengono inizialmente trattati la cronologia e il contesto storico-biografico

Nel primo volume, nell’ampia sezione introduttiva, vengono inizialmente trattati la cronologia e il contesto storico-biografico in cui Leon Battista Alberti realizza il De commodis litterarum atque incommodis, un libellus scritto tra il 1428 e il 1429. L’A. precisa che la datazione proposta in questa sede è avvalorata anche dallo studio di L. Böninger Leon Battista Alberti as a Student of the Florentine University and the Priory of San Martino a Gangalandi (1429-1430) in Renaissance Politics and Culture. Essays in Honour of Robert Black Leiden-Boston, MA 2021 pp. 141-54. Segue l’esame dei testimoni dell’opera albertiana manoscritti e a stampa su cui si basa il testo critico: Genova, BU, G.IV.29 ff. 4v-27v; Chicago, IL, The Newberry Libr., Case MS 102 (52-15) ff. 1r-24v; l’edizione a stampa allestita da Girolamo Massaini (Firenze 1497-1501). L’A. mette in luce quindi i legami di tradizione fra i testimoni con prove dettagliate degli errori e delle varianti che denoterebbero parentela o estraneità tra i codici. Un capitolo a parte è destinato all’edizione a stampa degli Opera di Alberti curata, tra il 1497 e il 1501, da Girolamo Massaini, che svolge nei confronti del testo una funzione di supervisore editoriale, correggendo, aggiungendo e modificando lo scritto, non sempre felicemente, in base al proprio gusto classicistico e a criteri del tutto personali; l’A. fornisce e commenta numerosi esempi di tale metodologia, per poi passare all’indagine delle fasi redazionali, ovvero delle varianti d’autore e della loro diacronia. Chiude la sezione introduttiva un capitolo nel quale sono esposte le conclusioni ecdotiche e i criteri di edizione; stemma codicum alla p. 183. L’edizione del testo (pp. 193- 246), suddiviso in sei capitoli e in numerosi paragrafi, è corredata da un apparato critico dotato di due fasce, la prima destinata alle varianti redazionali, l’altra agli errori di tradizione. L’intero secondo volume è occupato da un «commento continuo» che indugia diffusamente sulle fonti classiche e umanistiche dell’opuscolo albertiano (quelle maggiormente ricorrenti sono Quintiliano e Cicerone con il De finibus bonorum et malorum, il De officiis, il De oratore e le Tusculanae disputationes), sui riferimenti intertestuali e intratestuali e sui fenomeni linguistici e retorici. Concludono il volume gli indici dei manoscritti e delle stampe (p. 491), delle opere di Leon Battista Alberti (pp. 492-3), delle fonti (pp. 495- 501), degli aspetti legati alla lingua e allo stile (pp. 502-4), dei nomi e dei luoghi (pp. 505-10).
Data recensione: 01/07/2023
Testata Giornalistica: Medioevo Latino
Autore: ––