chiudi

“Lei mi aveva promesso anni di venire giudicare i miei lavori ma non abbiamo mai potuto sistemare il tempo

“Lei mi aveva promesso anni di venire giudicare i miei lavori ma non abbiamo mai potuto sistemare il tempo, e sono partita per l’estate senza aver raggiunto il mio scopo. Ora ho uno studio mio, vorrei all’Esposizione di Pitti poter esporre un busto che faccio gettare in bronzo dal Galli, ma del cui modello è sempre da me; in somma vorrei che per l’avvenire, se ho qualche favore a chiedergli, che Lei sappia signor direttore a che genere di abilità Lei ha a che fare”. La contessa Jadwiga Lubienska, che qui scriveva a Giuseppe Cast4ellazzi, direttore della Accademia Belli Arti, aveva le idee chiare sulla sua opera. Nata in Galizia da una famiglia di mercanti tedeschi, giunse in Italia dopo che il marito era stato incarcerato per aver sostenuto la rivolta contro i russi del 1863, sostenendo la chiesa uniate contro le persecuzioni zariste. A Firenze aveva studiato con il pittore Amos Cassioli, a cui la sua città natia Asciano ha dedicato un museo con belle opere tra Purismo e accademia. Fu a Firenze dal 1878 e iniziò a scolpire in marmo e in bronzo, esponendo in Italia e in Polonia. Nello studio in via Aretina teneva 1 contatti con chi avrebbe potuto sostenerla nella carriera espositiva, contando per le fusioni su un tecnico assai noto in città, Pietro Galli. Ora la sua storia e quella di molte altre figure di polacchi nella vicenda della città, è ricostruita nel volume Polacchi a Firenze. Dal Medioevo ai nostri giorni, edito da Poli stampa, che ripercorre una vicenda fitti di appuntamenti importanti. 
Data recensione: 19/02/2023
Testata Giornalistica: Corriere fiorentino
Autore: Luca Scarlini