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In Giuseppe Montanelli dimensione intellettuale e impegno politico si intrecciano rendendone la figura complessa e di non facile approfondimento.

Paolo Bagnoli: Giuseppe Montanelli: la Rivoluzione Democratica del Risorgimento, prefazione di C. Ceccuti, Edizioni Polistampa- Fondazione Spadolini Nuova Antologia, Firenze, 2020 [Centro di Studi sulla Civiltà Toscana fra ‘800 e ‘900], pp. 78, € 9,00.
In Giuseppe Montanelli dimensione intellettuale e impegno politico si intrecciano rendendone la figura complessa e di non facile approfondimento. Uomo d’azione e di governo, saggista, docente universitario di diritto patrio e commerciale, studioso dei problemi sociali, amante dei componimenti poetici e del teatro, Montanelli ha da sempre attratto l’interesse degli storici i quali, nel corso dei decenni, ne hanno colto importanti aspetti -si veda, ad esempio, il ruolo nella rivoluzione toscana del 1848-1849 – lasciandone altri, però, in ombra.
Il contributo di Montanelli al pensiero politico risorgimentale ha risentito, in particolare, di una interpretazione marginale, se non addirittura dottrinariamente debole. Con questa raccolta di saggi Bagnoli restituisce al lettore tutta la complessità di un uomo il cui pensiero, dotato di notevole spessore teorico, è stato influenzato ed arricchito da varie esperienze – cattolicesimo, sansimonismo, giobertismo, socialismo – presentando, però, una propria originalità ed una specifica ragion d’essere. Un’originalità che risiede, soprattutto, nel legame tra il concetto di democrazia e quello di libertà. Il Montanelli riletto da Bagnoli, in pagine che possiedono una linea interpretativa storico-politico-dottrinaria, è un «pensatore della democrazia» il quale, durante l’esilio parigino del decennio ‘49-’59, rielabora il proposito «di fare un’Italia fondata sui princìpi dell’autonomia e della libertà» (p. 58), moderna e consapevole delle sue vaste problematiche sociali. Un’idea che lo accompagnerà anche durante l’adesione alla soluzione unitaria del problema italiano la quale, per il fucecchiese, non sarà un’approvazione acritica della guida monarchico-sabauda, ma si salderà al principio di un ordinamento federale concepito come autonomismo locale, avverso a forze preponderanti e omologatrici, in grado di tutelare le varie realtà dei popoli italiani con le loro peculiarità e le loro tradizioni. Montanelli si propone, dunque, una vera e propria «rivoluzione democratica»; un intento ideale e politico che, per Bagnoli, si innerva nel rinnovamento palingenetico dello Stato e della società e, attraversando i decenni, mostrerà poi la propria attualità anche nel campo della «cultura politica antidemocratica del ‘900, quella eretica sia del liberalismo che del socialismo» (p. 14).
Le pagine dedicate, negli anni, da Bagnoli a Giuseppe Montanelli e adesso raccolte in questo volume, impreziosito dalla prefazione di Cosimo Ceccuti – Presidente della Fondazione Spadolini – Nuova Antologia -, approfondiscono l’innegabile apporto del personaggio al pensiero politico risorgimentale. Al fucecchiese anche Nello Rosselli, «scrupoloso e attento com’era» (p. 9), dedicò, col metodo e la passione del vero storico, importanti lavori ma, stroncato nel fiore degli anni della violenza fascista, non poté completare quell’opera biografica che tanto avrebbe voluto scrivere lasciando, di fatto, un enorme vuoto nella storiografia sul Risorgimento.  
Data recensione: 01/04/2021
Testata Giornalistica: Libro Aperto
Autore: Mirco Bianchi