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Scomparso nel 2014, Giuliano Ghelli ha lasciato un vuoto significativo nel panorama artistico di Firenze e della Toscana

Scomparso nel 2014, Giuliano Ghelli ha lasciato un vuoto significativo nel panorama artistico di Firenze e della Toscana, che lo aveva celebrato, nel suo ultimo anno di vita, con un’importante personale a Palazzo Panciatichi, sede del consiglio regionale, e col riconoscimento del Gonfalone d’argento. Ma non è il Ghelli degli anni Duemila, periodo a cui è legato il grande successo di opere come l’Esercito di terracotta ispirato al mausoleo cinese di Qin Shi Huang, quello che viene ricordato in questi giorni a Fiesole, nella sala del Basolato: al centro della mostra Giuliano Ghelli inedito, a cura di Mirella Branca e visitabile fino al 20 maggio, ci sono infatti gli esordi dell’artista fiorentino, e in particolare una cinquantina di lavori realizzati fra il 1963 e il 1983 che lo videro consacrarsi, grazie anche al ruolo di gallerie come Numero di Fiamma Vigo o alle recensioni di critici di rilievo come Lara-Vinca Masini e Aldo Passoni, come una delle voci più promettenti di un panorama locale all’epoca più che mai aperto alle avanguardie e alle sperimentazioni. Opere che ben incarnano la vocazione di Ghelli a reinterpretare la realtà in chiave fantastica, stimolato da una passione per la fantascienza che passava dalla fascinazione per Asimov, ma anche a sperimentare nuovi linguaggi fatti di lettere e cerchi, segni e forme libere, colori utilizzati in modo inconsueto, all’insegna di un astrattismo carico di humour e gioco (mar-ven ore 14-18, sab-dom 11-13 e 14-18; gratis. Catalogo Polistampa).
Data recensione: 12/04/2018
Testata Giornalistica: La Repubblica
Autore: Gaia Rau