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Trenta dipinti. Trenta specchi sull’io più intimo del pittore. Apre i battenti, nei locali dell’archivio di Stato, la mostra “Autobiografia della memoria”, personale del pittore fiorentino

Trenta dipinti. Trenta specchi sull’io più intimo del pittore. Apre i battenti, nei locali dell’archivio di Stato, la mostra “Autobiografia della memoria”, personale del pittore fiorentino Manfredi. Personaggio pacato ma dal piglio deciso, Manfredi, ha dato vita ai dipinti esposti dando sfogo ad un animo multisfaccettato che celebra ciascuno dei personaggi protagonisti. Personaggi provenienti dal passato e dalla contemporaneità.
Una sorta di tributo agli uomini e alle donne che hanno arricchito la sua esistenza. Dai grandi romanzieri russi, a Nietzsche, passando per Rimbaud, Grazia Deledda, Puccini e Margherita Hack. Fino ad arrivare al ritratto di un giovanissimo Stalin, celato dal poco noto nome di battaglia Koba. Questi sono solo alcuni dei nomi che prendono vita nei quadri e che rappresentano l’autobiografia mentale dell’artista. Personaggi che il pittore sente particolarmente vicini. Individui che, attraverso le loro opere, hanno influenzato Manfredi regalandogli emozioni indelebili e spunti creativi. Una carrellata di grandi che il pittore ha imparato a conoscere quando sua madre lo invogliava alla lettura dei classici, sapientemente conservati nella libreria di casa. Una figura importante, quella della madre. Va a lei il merito di aver avvicinato il giovane Manfredi alla pittura. Una passione cresciuta nel tempo ed arrivata fino ai risultati odierni, conosciuti da critici e appassionati. Un artista e una pittura che vanno controcorrente rispetto al modo contemporaneo di concepire l’arte e il mercato della produzione artistica. Manfredi è un pittore sdegnoso, che da tempo ha abbandonato il chiacchiericcio della città, per rifugiarsi in un eremo nel Mugello dove trova pace e ispirazione per le sue opere. E nonostante non viva la mondanità che gira intorno all’universo dell’arte, rimane uno dei pittori toscani più apprezzati per l’originalità, la tecnica e il guizzo creativo.
Da ciascuno dei suoi dipinti traspare la personalità dell’autore che gioca coi colori, accendendo i protagonisti con una carica emotiva e cromatica senza paragoni. Tra i ritratti quattro opere “fuori tema”, tre grandi paesaggi e un gruppo di figure. Altri aspetti del temperamento di Manfredi che vengono allo scoperto. Trenta lamapdine che si accendono per far luce sulla vita di un artista. Un modo magico di raccontarsi.
Data recensione: 09/09/2006
Testata Giornalistica: Il Firenze
Autore: Ludovica Valentina Zarrilli