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Alcuni anni fa presentammo su queste colonne un altro libro di Massimo Casprini quella volta dedicato al mondo delle fornaci da laterizi e da stoviglie nel contado

Alcuni anni fa presentammo su queste colonne un altro libro di Massimo Casprini quella volta dedicato al mondo delle fornaci da laterizi e da stoviglie nel contado fiorentino (v. “Corrispondenza’’, n. 59 del 2011); ora ad essere indagato è un altro importante lavoro artigianale e cioè il mestiere di legnaioli e falegnami, due termini destinati talvolta a confondersi ma che le dotte pagine dell’introduzione di Matilde Paoli (“Il mestiere delle parole’’) ci aiutano a distinguere con notazioni davvero interessanti. Teatro della scena è – rappresentato quasi come un ambiente paradigmatico – il territorio di Bagno a Ripoli e dintorni.
Il libro è suddiviso in più parti: si va dalla descrizione di antiche botteghe alla diversa tipologia dei lavoratori del legno, da un veloce tuffo nella letteratura – e ovviamente vi troviamo Geppetto e Mastro Ciliegia – al censimento degli alberi monumentali del ripolese e infine alla sezione che dà il titolo al libro, e cioè al dizionario composto da oltre 250 voci che dai termini abete, acacia, ascia ... ci porta fino a verrina, zigrino e zoccolaio. E pertinente ci sembra il ricordo che a pag. 170 l’A. dedica a San Giuseppe la cui immagine al banco di lavoro con Gesù apprendista – qui presentata in un disegno di Annigoni – era diffusa in tante case di un tempo, compresa quella di chi scrive queste note (anche se ci permettiamo precisare che l’età presunta del padre putativo di Gesù è dedotta dai vangeli apocrifi e non dai canonici).
Quando leggiamo di antiche botteghe e laboratori artigiani che nell’Oltrarno fiorentino (e altrove) vanno via via chiudendo i battenti, ci convinciamo che un mondo va ormai tramontando e che viene progressivamente meno un bagaglio di conoscenze e di tradizioni. Più facile, veloce, economico addentrarci nei capannoni dell’Ikea...
Sarebbe davvero improponibile, oggi, mantenere viva un poco di brace o accendere pezzetti di truciolame per mantenere caldo il pentolino della colla o notare appese ordinate al muro le diverse seghe a mano o tramandare l’arte del cestaio... Ci auguriamo però che qualcuno raccolga il testimone dai vecchi artigiani e così si possa conservare – e prerservare dall’usura del tempo – il grande patrimonio artistico costituito da innumerevoli e pregevoli manufatti lignei presenti anche in molte nostre case.
Data recensione: 25/12/2017
Testata Giornalistica: Corrispondenza
Autore: Silvano Sassolini