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La buonanima di suo padre si raccomandava sempre: «Nella vita, fai il meno possibile, ma fallo bene». E lui, ancora oggi, è convinto d’aver seguito alla lettera il consiglio paterno

La buonanima di suo padre si raccomandava sempre: «Nella vita, fai il meno possibile, ma fallo bene». E lui, ancora oggi, è convinto d’aver seguito alla lettera il consiglio paterno, pur coi limiti imposti dall’astrologia: «Che vuol fare, sono un gemelli... e i gemelli son portati a giocherellare un po’» dice Gherardo Guidi, coi suoi occhiali padronali dalla montatura Cartier, l’anello cardinalizio, l’umiltà di circostanza e l’accento toscano. Seduto a un tavolino dei Bagni Roma di Levante a Forte dei Marmi, una delle sue proprietà in Versilia insieme al Grand Hotel Imperiale, fa un cenno con la mano e dice: «Vede? È la piscina più bella di sempre, dopo quella costruita a Roma da Nerone». Unica falla, quest’ultima, in una tendenza alla vanità che Guidi solitamente dissimula piuttosto bene. Al ristorante («….Il migliore del mondo!») c’è Alberto Gilardino, in attesa di nuova squadra. Ci sono Adriano Galliani ed Enrico Preziosi, rispettivamente pensionato e aspirante tale del rutilante mondo del calcio. Quindi il commendator Garrone, vip assortiti e poi lui, uomo di perseveranza, senza dubbio. Sposato con Carla da 48 anni, gestisce locali notturni ininterrottamente da 57, record mondiale a quanto pare, da quando suo padre, proprietario terriero a Castelfranco di Sotto, gli regalò la balera del paese pur di non farlo emigrare a Roma, dove sognava una carriera da batterista. «Inaugurai La Sirenetta il 27 ottobre del 1960, e capii subito che avrei valorizzato le orchestre e i grandi artisti dal vivo: chiamai Gino Paoli. Poi Little Tony, che si presentò a bordo di una Jaguar targata San Marino. Quindi Alighiero Noschese e Fred Bongusto, Mike Bongiorno e Pippo Baudo. Facevo pagare gli uomini cento lire e le donne cinquanta: per esser certo che venissero, le mandavo con l’autobus nei paesi vicini». Poi vennero il Carillon, I Tigli e il Régine a Firenze. Quindi lo Sporting Club a Bologna. E infine i due locali leggendari che l’hanno reso a sua volta una leggenda: la Capannina di Forte dei Marmi, rilevata esattamente quarant’anni fa. E La Bussola, dal 1983, dove ha lanciato la brigata di Carlo Conti, Giorgio Panariello e Leonardo Pieraccioni. Una storia che ha raccontato nel libro Così ho sedotto la notte, appena uscito per le Edizioni Polistampa: «Perché suvvìa, tutto si può dire di Gherardo Guidi, ma non certo sia un bischero».
Data recensione: 27/07/2017
Testata Giornalistica: Panorama
Autore: Raffaele Panizza