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Era il 1977 di John Travolta e Donna Summer, e in tutto il mon

Era il 1977 di John Travolta e Donna Summer, e in tutto il mondo trionfava la discomusic. Loro, a New York, avevano lo Studio 54. Noi, in Versilia, andavamo alla Capannina. Un locale che è un luogo dell’anima e anche del cuore, tra passioni sfrenate, balli e notti infinite sotto le stelle. Non puoi dire di essere venuto in Versilia se non sei stato in Capannina! «Ma sa chi l’ha inventata questa frase? Io. Mi serviva uno slogan per rinfrescare il mito». Sono trascorsi quattro decenni da quando il grand’ufficiale Gherardo Guidi — “il Guidi” — con la moglie Carla, hanno preso in gestione il locale di Forte dei Marmi. Un capanno per gli attrezzi dei pescatori che Achille Franceschi, nel 1929, volle trasformare in una casa sulla spiaggia per aristocratici e industriali. Simbolo del boom economico degli Anni’50 e ’60, ci venivano gli Agnelli, i Falk, i Moratti, Montale, Ungaretti e Primo Levi. E ci hanno contato Edith Piaf e Paul Anka, Ray Charles e Gloria Gaynor. Una storia diventata un libro, Così ho sedotto la notte, che Guidi ha scritto per i suoi 40 anni da patron.
Guidi, che si faceva in quelle notti?
«Sono nati amori travolgenti. Alcuni sono finiti nel giro di un anno come quello tra Isabella Ferrari e Francesco Nuti».
La Capannina non morirà mai, si dice. Qual è il suo segreto, champagne e musica?
«Lo champagne può anche scorrere a fiumi ma non basta. La gente mi incontra e mi dice: “Guidi, ci hai fatto stare bene”. Ecco, finché accade questo, la Capannina non morirà mai».
È il più antico locale da ballo e musica al mondo. Qual è il suo segreto?
« Ogni anno si aggiunge una nuova generazione. C’è il ragazzo di 17 anni assieme al nonno. Negli Anni’30 i principi sapevano di trovare qui i duchi, i conti e i marchesi. E comunque sapevi che in Capannina incontravi sempre uomini e donne bellissime».
Sarà stato anche terreno di caccia dei latin lover. Ne me cita qualcuno?
«Il campione di ciclismo Mario Cipollini. L’ho sempre visto come una donna diversa. Mi ricordo anche il principe Raimondo Orsini. Si era lasciato da poco da Soraya con cui aveva avuto un flirt clamoroso. È venuto qui con una ragazza bellissima e misteriosa, non sono riuscito a sapere chi era».
Gianni Agnelli con Brigitte Bardot?
«La famiglia Agnelli è sempre stata amica della Capannina: non è mai mancato un tavolo per loro».
Le è mai capitato di arrivare e chiudere il locale con una sola coppia che ballava?
«È successo con Paola Ruffo di Calabria, regina del Belgio, e re Baldovino. Lei era nata qui a Forte dei Marmi, erano ancora principi. Hanno ballato guancia a guancia per tutta la notte. Come si faceva a chiudere? Si fece l’alba».
Il capanno tempio dell’amore?
«C’è un’atmosfera speciale, è come essere invitati a casa di qualcuno. A molti lo dico: è casa tua. Erano di casa l’attore versiliese Renato Salvatori con la moglie Annie Girardot. Tra gli ultimi, Totti e Ilary Blasi».
Una coppia che avrebbe voluto incontrare?
«John Fitzgerald Kennedy e la sua fidanzatina che studiava a Firenze. Vennero alcune volte, nel’ 39».
Accanto alla Capannina c’è il Twiga. Briatore è mai stato da lei?
«sì, con Naomi Campbell. Lei era seduta sulle sue ginocchia. Poi a un certo punto lui voleva ballare sui tavoli. “No, quello no”, dissi, “qui non si fa”. Se l’è presa. Forse è per quello che un anno dopo mi ha aperto, a un chilometro, il suo locale. Ma va bene così. Noi abbiamo la musica».
La più grande performance?
«Ray Charles. Era il 1979. Aveva portato 12 strumentisti a fiato tra trombe, tromboni e sax e c’era lui col pianoforte a coda. Mi commossi quando mi raccontò della sua cecità. Poi due pantere come Gloria Gaynor e Grace Jones. E Kid Creole and the Coconuts Kid era un grandissimo perfezionista: se le Coconuts non si muovevano a tempo, le bacchettava».
La musica fa innamorare?
«Lascia il segno. Soprattutto se a cantarla sono certi personaggi. Basta una loro nota e tutti si sciolgono. Ne ricordo uno su tutti che mi diceva sempre: “Ahò , a Gherà, che famo stasera?”».
Califano?
«Esatto. E io: “Facciamo che canti”».
Una donna che sedotto la notte?
«Patty Pravo, la conosco dagli Anni’60 e ha fatto l’ultimo recital qui da me in Capannina tre anni fa. Ha fatto innamorare il mio amico Riccardo Fogli, che si è addirittura diviso dai Pooh per stare con lei».
Gli amori trasgressivi sono un classico dell’estate. Il più proibito successo in Capannina?
«Un amore cinematografico: quello tra i protagonisti del film Peccato veniale di Salvatore Samperi, l’adolescente Sandrino e Laura, moglie del fratello maggiore del ragazzo. Con un’indimenticabile Laura Antonelli e Alessandro Momo che ballano sotto gli occhi di Fred Bongusto che canta Frida. C’è tutta la seduzione della Versilia».
Un film come Sapore di mare, invece, girato dalla Capannina nel 1982, l’ha tenuto a battesimo lei.
«All’inizio dissi: niente da fare. Christian De Sica, Isabella Ferrari, Jerry Calà, tutti bravi, ma non all’altezza del locale. Così tornarono con Virna Lisi. Io sono dei tempi dei film con Gary Cooper. Lei aveva recitato con Frank Sinatra, Anthony Queen. Non potevo dire di no».
Jerry Calà, tra i protagonisti del film, suona e canta qui da 21 anni. Che matrimonio è, il vostro?
«Il film ha creato un genere e io ho inventato serate affidate a Jerry basate su quella colonna sonora. L’altra sera c’erano 1000 ragazzi coi telefonini accessi che cantavano Vorrei la pelle nera».
Chi viene in Capannina ora cosa cerca?
«Cerca l’allegria, che oggi non c’è più. Quando si spengono le luci, tutti mi dicono “Grazie Guidi”. Non dico che fischiettano, come ai miei tempi, ma lo vedo che sono contenti. E, mi dica, dove le vede lei oggi le persone che sorridono?».
Data recensione: 26/07/2017
Testata Giornalistica: F Magazine
Autore: Antonella Fiori