chiudi

Qual è la differenza tra uno sport popolare e uno sport per “tutti”? È la domanda che ci si pone di fronte al titolo del libro di Luciano Senatori, figura di riferimento dell’associazionismo

Qual è la differenza tra uno sport popolare e uno sport per “tutti”? È la domanda che ci si pone di fronte al titolo del libro di Luciano Senatori, figura di riferimento dell’associazionismo sportivo fiorentino, della Uisp e dell’Arci. La risposta a questa domanda ce la fornisce Alberto Brasca nella prefazione: “Il punto di vista di Senatori, il filo rosso che accompagna il dispiegarsi degli eventi e il modificarsi del fenomeno sportivo nel nostro paese, è univoco e coerente: è il punto di vista dei non protagonisti, degli esclusi, dei destinati, al più, ad essere solo spettatori; e soprattutto di coloro che non ci stanno ad essere esclusi”. Quella proposta dal Senatori è un’analisi storico-politico-sociale a 360°, che prende le mosse dall’Harpastum e dal Calcio in Costume a Firenze, alle cui regole si ispirarono i giochi di squadra inglesi del XIX secolo. Da fenomeno essenzialmente elitario, prima aristocratico, poi borghese, l’attività sportiva cominciò a interessare le classi subordinate seguendo il filo delle trasformazioni sociali. In Italia agli inizi del Novecento prese “gradualmente corpo l’idea di poter utilizzare lo sport come mezzo utile all’emancipazione delle masse popolari”. Messe in minoranza le posizioni di taluni “antisportisti”, i circoli socialisti, anarchici e democratici, dettero impulso alle pratiche sportive quali il calcio, il ciclismo (all’epoca c’erano anche “ciclisti rossi”) e la ginnastica (vedi anche l’appendice su “Sport e proletariato” scritto da Tiziano Longo). Firenze grazie all’“Unione Sportiva Fiorentina”, divenne uno dei centri più attivi nella promozione dello sport popolare fino alla Grande Guerra; poi il fascismo e l’Ond fagocitarono tutto il movimento a scopi di propaganda. La rinascita dello sport popolare è segnata dalle esperienze del Fronte della Gioventù e i Comitati per lo sport popolare alla metà degli anni Quaranta. Scrive Senatori: “A Firenze (...) il Fronte rappresentò l’unica organizzazione sportiva popolare della sinistra alla quale si deve il recupero della tradizione storica pre fascista e la transazione verso la costituzione per la pima volta in Italia di un’organizzazione nazionale per lo sport popolare”. La parte centrale del volume è dedicata agli anni della Ricostruzione, alle manifestazioni popolari a Firenze e provincia (nell’appendice II Leo Goretti parla delle Figlie di Eva), allo scontro ideologico, alla Guerra Fredda e alla nascita dell’Uiso: il libro segue poi le vicende di questa associazione fino ai recenti sviluppi, con particolare riguardo ai Congressi e al dibattito interno, alla crisi degli anni Settanta e alla sperimentazione dei centri di formazione fisico sportiva.
Data recensione: 01/09/2006
Testata Giornalistica: Microstoria
Autore: Fabrizio Nucci