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Questo è l’artista Manfredi, ha sempre voluto identificarsi solo con il primo nome, che vive e lavora a Vaglia in una casetta di legno ma che da lì riesce a dare uno sguardo sul

09/09/2006 - È una specie di moderno eremita, ma che mai ha ceduto alla misantropia e anzi ha indagato l’animo umano con le sue opere

Questo è l’artista Manfredi, ha sempre voluto identificarsi solo con il primo nome, che vive e lavora a Vaglia in una casetta di legno ma che da lì riesce a dare uno sguardo sul mondo. Così sono nati i trenta ritratti di celeberrimi personaggi del mondo delle scienze e delle arti dall’astronoma Margherita Hack al poeta Fernando Pessoa, dal musicista Johann Sebastian Bach all’incorruttibile rivoluzionario Maxmilien Robespierre che assieme a tre grandi paesaggi sono il corpo della rassegna “Autobiografia della memoria” ospitata fino al primo ottobre nei locali dell’archivio di stato di Firenze. “Il mio prevalente interesse è sempre stato il volto e l’immagine umana, - racconta Manfredi nel presentare la mostra - non frutto di una convinzione ideologica, ma di una disposizione spontanea, naturale, primitiva. Comincio così per me forse il più antico rito della conoscenza: il disegno la pittura”. Cio che caratterizza l’artista oltre alle indubbie capacità raffigurative, è il suo andar controcorrente. Per questo voler fuggire dalle frivolezze e dalle ipocrisie ha scelto nel 1975 di ritirarsi in un suo ‘sdegnoso’ aventino nel Mugello, luogo che contribuisce non poco alla sua ispirazione. La mostra fiorentina è di per sé un evento: solo su pressione di un anonimo mecenate straniero Manfredi ha acconsentito a farlo dopo svariati anni in cui si era tenuto ben lontano dalla città che gli diede i natali settantanove anni fa.
Data recensione: 09/09/2006
Testata Giornalistica: Toscana TV
Autore: Fabrizio Borghini