chiudi

Tradurre in realtà il grande sogno della sua vita: trasformare la villa di Montughi nel “suo Museo”. Finanziere internazionale, viaggiatore abituale e collezionista appassionato, Frederick Stibbert fu

Tradurre in realtà il grande sogno della sua vita: trasformare la villa di Montughi nel “suo Museo”. Finanziere internazionale, viaggiatore abituale e collezionista appassionato, Frederick Stibbert fu tutto questo ma soprattutto un uomo che seppe in vita realizzare il suo progetto di sempre: la realizzazione di un museo privato. Nato a Firenze nel 1838, Frederick costituì il nodo delle tre tradizioni familiari: britannica, anglo-indiana e italiana che influenzeranno la sua formazione e le sue scelte culturali. Partecipe delle vicende italiane, si arruolò nelle Guide di Garibaldi per la campagna del Trentino del ’66, ottenendo una medaglia d’argento al valore: questo fu l’unico contribuito alla tradizione militare della famiglia. Nonostante la nascita e l’educazione britannica, Stibbert rimase sempre legato alla sua residenza fiorentina e alla casa di Montughi, acquistata dalla madre, la toscana Giulia Cafaggi, e sede della sua famiglia. Quando nel 1859 divenne maggiorenne ereditò un considerevole patrimonio del quale continuò sempre ad occuparsi con estremo impegno e grande intuito, incrementandolo con abili operazioni finanziarie. Con quei soldi Frederick partecipò alle grandi speculazioni fondiarie legate alla ristrutturazione di Firenze capitale ma potè anche viaggiare molto. E fu grazie alla sua passione per l’arte e l’antiquariato che durante questi viaggi fu in grado di raccogliere una vasta collezione di pezzi. Il suo progetto della costruzione di un museo era un’idea che risaliva agli anni di gioventù. Fino da allora infatti Stibbert aveva già iniziato a collezionare armi e armature alle quali si affiancarono costumi, arazzi, quadri e altri oggetti artistici. Raffinato conoscitore d’arte, si dilettava anche a dipingere ed alcuni suoi quadri (tra i soggetti preferiti i fiori) si possono ancora ammirare nella splendida “Sala delle Feste”. Quando morì, nel 1906, era riuscito a coronare il sogno della sua vita realizzando un grande museo che comprende pezzi europei che vanno dal Tardo Rinascimento al Primo Impero e collezioni provenienti dal Medio ed Estremo Oriente.
Data recensione: 01/09/2006
Testata Giornalistica: InformacittàFirenze
Autore: Paola Landi