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Da architetto qual è, Franca Manenti Valli, propone un’analisi del complesso monumentale del Campo dei Miracoli di Pisa – composto dal Battistero, dalla Cattedrale

Un corposo studio di Franca Manenti Valli propone una rilettura dei monumenti del Campo dei Miracoli di Pisa secondo una prospettiva inedita e affascinante

Da architetto qual è, Franca Manenti Valli, propone un’analisi del complesso monumentale del Campo dei Miracoli di Pisa – composto dal Battistero, dalla Cattedrale e dal campanile (più noto come torre pendente) – che è sì architettonica, ma che amplia la prospettiva d’indagine tradizionale. Al di là degli aspetti formali, tecnici e funzionali, l’idea portante di questo studio più che ponderoso è infatti costituita dalla certezza che occorre «un processo di analisi che restituisca lo studio delle architetture del passato, soprattutto se di carattere sacro, a una proposta di metodo e, in essa, riaffermare quei rapporti tra semiologia, simbologia, geometria che confluiscono in una sintassi lasciata fino a ora sullo sfondo, ma da sempre centrale nell’arte dell’Occidente». Una dichiarazione di intenti che viene poco oltre rafforzata dal principio che ispira l’intero lavoro di cui il volume dà conto, vale a dire la convinzione che il cardine del progetto attuato nella città toscana fosse il numero, che «costituisce l’unità linguistica [del costruttore], tanto da non poter essere considerato semplice strumento operativo, ma da diventare esso stesso fondamento dell’operare artistico laddove determina rapporti e relazioni di per sé carichi di sacralità».
Com’è facile intuire si tratta di una proposta di lettura suggestiva e che può forse apparire spiazzante, ma il merito principale della studiosa è quello di condurci per mano con pacatezza, senza «colpi a effetto», in un lungo (il volume si dispiega in vari capitoli per un totale di oltre 300 pagine) e dettagliatissimo viaggio alla scoperta di un Campo dei Miracoli senza dubbio inaspettato. Ogni proposta interpretativa è illustrata in maniera piana e lineare, affiancando ai testi l’indispensabile corredo iconografico, che comprende una raccolta di elaborati grafici, anche tridimensionali, di altissima qualità, grazie ai quali si può agevolmente comprendere perché Manenti Valli si dica certa che le distanze fra un monumento e l’altro oppure le quote di determinati elementi strutturali non siano frutto di una progettazione ispirata unicamente da canoni geometrici o da esigenze materiali. Né, peraltro, si tratta soltanto di freddi numeri, poiché è costante il riferimento alle possibili influenze «extra-architettoniche» sulle scelte operate dagli artefici del complesso, come per esempio quella della tradizione cabalistica. Il volume invita dunque a guardare a uno dei piú armoniosi insiemi monumentali del Medioevo europeo con occhi nuovi e, soprattutto, con una mentalità diversa, forse piú vicina a quella di chi immaginò e progettò la magnifica triade pisana.
Data recensione: 01/06/2017
Testata Giornalistica: MedioEvo
Autore: Stefano Mammini