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L’Archivio di Stato di Firenze (viale Giovine Italia 6) ospiterà dal 9 settembre al 1° ottobre, con orario 10-19

“Autobiografia della memoria” con 30 ritratti di personaggi celebri di arte e letteratura

L’Archivio di Stato di Firenze (viale Giovine Italia 6) ospiterà dal 9 settembre al 1° ottobre, con orario 10-19 (domenica 10-13), la mostra “Autobiografia della Memoria”, un’opportunità più che rara di poter ammirare le opere del pittore Manfredi, alla vigilia dei suoi 80 anni. L’esposizione è stata progettata e realizzata da Eventi Pagliai col sostegno dell’Archivio di Stato e del Gabinetto Vieusseux e col patrocinio della Regione Toscana, del Comune e della Provincia di Firenze.
La mostra, allestita dall’architetto Luigi Cupellini, vedrà esposti 30 ritratti di celeberrimi personaggi delle arti, della letteratura, della musica e della filosofia (tutti realizzati con la tecnica dell’acrilico su masonite in formato cm 120x130) oltre a quattro grandi acrilici “fuori tema” col Leitmotiv del bosco. L’esposizione è stata intitolata “Manfredi. Autobiografia della Memoria” ed è un tributo ai miti dell’anima manfrediana: Bach, Tolstoj, Cechov, Dostoewskij e molti altri. Con essi Manfredi ha un legame ideale molto profondo, nonostante appartengano tutti al passato, a eccezione dell’astrofisica e amica Margherita Hack. Sono i protagonisti della sua autobiografia mentale perché attraverso le loro opere hanno donato a Manfredi emozioni uniche e stimoli creativi. I dipinti in esposizione saranno affiancati da pannelli riportanti aforismi dell’artista e di alcuni intellettuali che ha ritratto e definito “dèi di un Olimpo di idee, musica, gesti, azione e poesia”: Nietzsche, Kafka, Rilke, Pessoa.
Manfredi, al secolo Manfredi Lombardi, ha sempre voluto identificarsi solo col primo nome. È nato nel 1927 a Firenze, dove ha fondato nel 1960 la “Nuova Corrente” insieme a Xavier Bueno, Sirio Midollini, Leonardo Papasogli, Bruno Pecchioli, Giuliano Pini e Piero Tredici. Si definisce “post-macchiaiolo”, ma è anche un personaggio dal profilo romantico, basti osservare i suoi ritratti di personalità dell’epoca, caratterizzati da un fondo molto scuro in cui dà risalto soprattutto ai volti investendoli di luce. La sua arte è figurativa e trae ispirazione dalle emozioni che i soggetti gli trasmettono. Ciò che lo caratteriza, oltre alle indubbie capacità raffigurative, è il suo andar controtendenza. Nel 1975 ha optato per una sorta di esilio volontario, sia ideale che fisico: si è ritirato sulle montagne boscose del Mugello, dove si è costruito una casa-studio in legno, per sfuggire alle delusioni della città frivola e alle imposizioni del mercato artistico.
Data recensione: 19/08/2006
Testata Giornalistica: Il Corriere di Firenze
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