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«L’ora di Austerlitz. 1980: la svolta che mutò l’Italia».
È l’ultimo libro di Lelio Lagorio, ministro della Difesa nei primi anni Ottanta, a cui si relaziona il forum «Italia 1980: aspirazioni

Roma, 28 ago (Velino) - In questi giorni molti hanno fatto qualche paragone con la missione italiana in Libano nell’estate del 1982. In quel periodo i nostri soldati svolsero una missione molto importante con gli Stati Uniti e la Francia sul cui esito gli osservatori si sono divisi. I nostri soldati si comportarono benissimo scortando le milizie siriane presenti in Libano al confine e furono benvoluti dai libanesi diversamente da quanto accadde ai francesi e agli americani. Quando nel 1983 le milizie sciite si risvegliarono e ricominciarono gli scontri tra le fazioni libanesi vi furono numerosi attacchi contro i militari americani e francesi in Libano. Sulla “fortuna” degli italiani ci sono state dispute a non finire. L’ex ministro della Difesa Lelio Lagorio ne ha parlato nel suo recente libro L’Ora di Austerlitz (Edizioni Polistampa - 2006) scrivendo: “Si è insinuato che uscimmo praticamente indenni dal Libano perché uno dei più potenti ‘signori della guerra’ si era innamorato di una bella diva italiana (Gina Lollobrigida, ndr) e, per non darle pena o per compiacerla, aveva ordinato il massimo rispetto per i nostri soldati (Bubbola che si smentisce da sé)”. Per capire il "ruolo involontario" svolto dalla diva italiana di cui parla Lagorio bisognerebbe leggere l’intervista rilasciata dall’ex ministro della Difesa siriano Mustafà Tlas (è citato anche come Tlass) che al quotidiano degli Emirati Arabi Uniti Al Bayane del 31 dicembre del 1997 confessò: “Durante l’invasione israeliana del Libano riunii i capi della resistenza libanese e dissi loro: ‘Fate ciò che volete delle forze americane, britanniche e degli altri, ma non voglio che un solo soldato italiano sia ferito”, aggiungendo che “la resistenza libanese ha obbedito ai miei ordini”. La rivelazione di Tlas non piacque certo al generale Franco Angioni, il quale negò la storia nel corso della trasmissione Porta a Porta del 19 gennaio del 1998: “Tlas è ministro della Difesa da oltre 20 anni (lo sarà fino al 2004 per ben 32 anni, ndr). Se avesse dato un ordine del genere non sarebbe durato così tanto. Chi è stato in Libano ricorda che erano 16 le comunità che erano in lotta, ciascuna con la propria milizia; i siriani erano stati evacuati, non esisteva gerarchia”. La versione di Angioni sulla permanenza di Tlas al ministero della Difesa va però valutata alla luce del fatto che dal momento in cui racconta questa vicenda il responsabile delle forze armate resta ancora al suo posto per altri sette anni fino al 12 maggio del 2004. E nessuno in Siria ha niente da ridire quando il giornalista Livio Caputo si fa ricevere da Tlas, con tanto di autografo della Lollobrigida, per avere il permesso di visitare le alture del Golan e lo racconta al settimanale Epoca nel 1974: “Fu una specie di ‘apriti sesamo’: un’ora dopo fui introdotto, con il mio pacco, nell’immenso e fino a quel momento inaccessibile ufficio di Tlas. Il generale, con un sorriso grande così, si alzò dalla scrivania e mi venne incontro per stringermi la mano. Da quel momento, tutto divenne facile: all’alba del giorno dopo, un colonnello dello stato maggiore venne a prenderci in albergo con una jeep russa nuova fiammante per portarci sulle alture del Golan e mostrarci tutto quello che ci interessava”. Eppure dal racconto di Lagorio ne "L’ora di Austerlitz" si comprende che il ruolo dei siriani non fu di secondo piano in Libano durante quei mesi. A pagina 122 del suo libro, Lagorio ricorda che nel 1983 “entrò in campo l’esercito siriano penetrando profondamente nella parte orientale del paese e infine agli scontri tra i libanesi si aggiunse l’azione insidiosissima dell’universo terrorista. Si ebbero qua e là attentati sanguinosi contro i contingenti americano e francese”. Dal racconto di Lagorio si comprende che il ruolo dei siriani fu particolarmente importante in quei mesi ed è verosimile che Tlas avesse quei contatti con le milizie siriane. Infatti, ogni volta che negli anni Ottanta avveniva un rapimento da parte dei terroristi libanesi, l’amministrazione Reagan riteneva che la vicenda potesse essere risolta dalla Siria come avvenne nel caso dei cittadini francesi rapiti nel maggio del 1986.
Data recensione: 28/08/2006
Testata Giornalistica: Il Velino
Autore: Lanfranco Palazzolo