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«Una mostra sul fiume Arno che mette in luce la sua dualità tra produttività e lutti che nei secoli ha procurato». Così Carla Zarilli, direttrice dell’Archivio di Stato, ha descritto

«Una mostra sul fiume Arno che mette in luce la sua dualità tra produttività e lutti che nei secoli ha procurato». Così Carla Zarilli, direttrice dell’Archivio di Stato, ha descritto l’intento della mostra ‘Arno: fonte di prosperità, fonte di distruzione’. In occasione del cinquantesimo anniversario dell’alluvione del 4 novembre del ’66, dal 9 ottobre al 4 febbraio negli spazi dell’Archivio sarà infatti proposta una rassegna di materiali di vario genere: documenti, disegni, fotografie, progetti ed oggetti; tra i quali un’autentica imbarcazione usata sul fiume. L’esposizione vuole raccontare il rapporto secolare fra la città e il suo fiume e lo farà tramite una suddivisione in tre sezioni. Se le prime due saranno dedicate alla descrizione del legame fra il corso d’acqua e le zone che bagna, in particolar modo dell’area fiorentina, la terza parte si concentrerà sui danni che l’alluvione di cinquant’anni fa causò al patrimonio archivistico, all’epoca conservato in 40 sale degli Uffizi che risultò, insieme alla Biblioteca Nazionale, l’istituzione più disastrata. «Abbiamo cercato di evidenziare - ha aggiunto Diana Toccafondi , soprintendente archivistico della Toscana - il paradosso per il quale l’alluvione abbia rappresentato in un certo senso qualcosa di positivo per la città di Firenze: oltre ad aver stimolato l’emergere di elementi patrimoniali artistici e culturali fino a quel momento nascosti, l’esperienza dell’allagamento fu un evento tragico che portò alla luce il problema del restauro, incoraggiando un affinamento delle tecniche».
Data recensione: 09/10/2016
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Cosimo Baldelli