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Come sottrarsi al dovere di riferire i colloqui notturni avuti con l’insigne scrittore, apparsomi ripetutamente tra acri fumi di zolfo nei primi inverni del nuovo millennio? A lui, nei lontani anni

Come sottrarsi al dovere di riferire i colloqui notturni avuti con l’insigne scrittore, apparsomi ripetutamente tra acri fumi di zolfo nei primi inverni del nuovo millennio?

A lui, nei lontani anni della sua giovinezza, alla fine del XIX secolo, un identico modo era apparso l’arcidiavolo Belfagor, invitatogli allora da Nicolaus, segretario fiorentino, che dagli inferi manifestava così al giovane e ancor sconosciuto poeta la sua presaga amicizia. E così, come in un incubo della cattiva coscienza, anch’Egli a me inaspettato si manifestò, a colpire le false opinioni e le poco attendibili interpretazioni che molti di noi, suoi indegni esegeti, avevamo indebitamente e sconsideratamente seminato. Null’altro dunque, se non sottomettermi alla sua volontà e adoperarmi a trascrivere quanto più possibile fedelmente ciò che, talora con impetuosa indignazione, veniva dicendomi.

E’ questo dunque, prima che un omaggio alla sua memoria, un atto di doverosa obbedienza a un uomo tormentato e inquieto che ha voluto mi rendessi tramite dei suoi pensieri senza il velo delle convenienze e con tutta l’insofferenza che sempre dimostrò nei riguardi delle ipocrisie del mondo.
Data recensione: 05/08/2006
Testata Giornalistica: Nonleggere.it
Autore: ––