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Per tredici anni esatti, dal febbraio 1955 al febbraio 1968, Giovanni Spadolini fu direttore del Resto del Carlino sviluppando quasi una missione

“Il Resto del Carlino 1955-1968”, volume IV degli “Scritti giornalistici di Giovanni Spadolini”, sarà presentato oggi alle 18 a Bologna, presso l’Oratorio di San Filippo Neri. Interverranno il sindaco Sergio Cofferati, il direttore del “Quotidiano Nazionale” e del “Resto del Carlino” Giancarlo Mazzuca e il professor Angelo Varni. Introduce Cosimo Ceccuti, curatore dell’intero progetto editoriale, voluto dalla Fondazione del Monte in collaborazione con la Fondazione Spadolini Nuova Antologia

In sette volumi, e quattromila pagine, gli articoli scritti come direttore del «Resto del Carlino»

Per tredici anni esatti, dal febbraio 1955 al febbraio 1968, Giovanni Spadolini fu direttore del Resto del Carlino sviluppando quasi una missione: i suoi circa 1850 articoli vengono ora pubblicati in sette volumi, di quasi quattromila pagine complessive, dalla Fondazione Nuova Antologia, nelle Edizioni Polistampa, sulla base del progetto editoriale di Cosimo Ceccuti e a cura di Paolo Bagnoli. Mentre si susseguivano tre Papi, quattro Presidenti della Repubblica ed un numero cospicuo di governi, Spadolini sviluppò, dalla direzione del Carlino, un indimenticabile magistero culturale, morale e civile.
Leggendo quest’opera colossale, un vero pozzo senza fondo, si identificano le caratteristiche dello Spadolini giovane professore universitario di materie storiche nella fiorentina facoltà di scienze politiche, lanciato nell’esperienza che lo segnò per tutta la vita ed impresse una decisa svolta anche al giornalismo italiano, fino a portarlo da Bologna alla direzione del Corriere della Sera, mai dimenticando la “sua” Nuova Antologia, la rivista risorgimentale che sempre animò. Nettamente atlantico e europeista in politica estera, come scelte di civiltà e libertà condizionanti fortemente la stessa politica intern, quindi centrista convinto, critico verso la demagogia, le ambiguità, lo statalismo e le nazionalizzazioni, l’inflazione ed il regionalismo, paladino della società aperta e dell’economia di mercato, difensore combattivo dell’ancor giovane rinata democrazia italiana, Spadolini spaziava dalle analisi di ampio respiro internazionale ad un’attenzione minuziosa per le regioni nelle quali si divideva, l’Emilia Romagna e la Toscana, soprattutto sulle vicende politiche ed elettorali.
I suoi articoli di attualità si alternavano, con naturalezza, a quelli di storia risorgimentale e d’inizio Novecento: proprio nel corso della sua direzione del Carlino caddero i centenari delle principali imprese risorgimentali e dell’Unità d’Italia che Spadolini ricostruiva con appassionata dedizione alla cultura ed ai principi di cui distillava i significati.
Cavour e Giovanni Giolitti, De Gasperi, Benedetto Croce e soprattutto Luigi Einaudi erano i suoi modelli, sempre viventi negli insegnamenti che venivano sviluppati dai più autorevoli commentatori, anche di rilievo internazionale, da Roepke a Von Hayek, da Von Mises a Raymond Aron, da Ignazio Silone a Salvador De Madariaga, da Italo De Feo a Giuseppe Maranini, a Giuseppe Prezzolini, Silvano Tosi, Nicola Matteucci, Geno Pampaloni e tanti altri che divennero, con Spadolini, i maestri di democrazia e libertà per generazioni di lettori del Carlino…
Data recensione: 22/06/2006
Testata Giornalistica: QN
Autore: Antonio Patuelli