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Son quegli gli anni che, nella storia recente di Bologna, hanno segnato una svolta. Sono quegli anni che, nelle scelte portanti, ci hanno dato la Bologna di oggi. Questa dimensione di città

Son quegli gli anni che, nella storia recente di Bologna, hanno segnato una svolta. Sono quegli anni che, nelle scelte portanti, ci hanno dato la Bologna di oggi. Questa dimensione di città grande, ma non metropoli. Questa struttura urbanistica: tangenziale, Fiera, il centro come tessuto storico unico da proteggere, la collina a verde. Questa organizzazione economica basata su un terziario forte, ma anche sulla piccola-media industria manifatturiera. Insomma è questa Bologna che deve molto a quella Bologna che uscì dal dopoguerra. E, come spesso accade nelle vicende della storia, ci sono personaggi che si sono trovati a incrociare e a interloquire con i fatti, quando i fatti sono importanti. Uno dei personaggi che segnò quegli anni sotto le Due Torri fu Giovanni Spadolini. Dal 1955 al 1968 fu infatti direttore del Resto del Carlino. E oggi presentando i suoi scritti non si può fare a meno di raccontare la città, la gente, le dinamiche sociali, le svolte politiche del tempo.
Di questo, cioè della Bologna all’epoca di Spadolini, parlerà oggi Angelo Varnì nell’incontro organizzato dalla Fondazione del Monte per la presentazione dei volumi degli scritti di Spadolini (1955-1968) alle 18 all’Oratorio dei Filippini. Con lui il sindaco Sergio Cofferati e Gain Carlo Mazzuca. L’allievo di Spadolini che è ora docente di storia; il sindaco della città che lo lanciò nel grande mondo del giornalismo prima della carriera politica; il suo successore alla guida del giornale.
Data recensione: 22/06/2006
Testata Giornalistica: La Repubblica
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