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Estate 1944: Firenze vive uno dei momenti più drammatici della sua storia. La città è in mano ai fascisti della Repubblica di Salò, i soldati nazisti ne hanno fatto una base logistica importante per cercare di fermare l’avanzata degli Alleati

Estate 1944: Firenze vive uno dei momenti più drammatici della sua storia. La città è in mano ai fascisti della Repubblica di Salò, i soldati nazisti ne hanno fatto una base logistica importante per cercare di fermare l’avanzata degli Alleati che dopo la liberazione di Roma risalgono lentamente la penisola. La Banda Carità (il reparto speciale creato dal capitano Mario Carità) terrorizza i cittadini con arresti, intimidazioni e torture. Il Comitato di Liberazione Nazionale sta cercando di organizzare una struttura che possa prendere in mano il governo della città, dopo che fascisti e nazisti l’avranno lasciata. Ma il rischio è di veder moltiplicare rappresaglie e vendette, caos e disordini. In questa cornice si colloca l’opera di Gaetano Casoni: l’avvocato fiorentino si trovò a gestire, dal suo studio di via dei Conti (studio che in quei mesi sarà anche la sua abitazione, oltre che rifugio per numerose altre famiglie) una rete di contatti che risulteranno fondamentali per evitare alla città devastazione ancora più pesanti dal passaggio del fronte di guerra. Episodi noti agli studiosi, ma di cui i fiorentini rischiano di perdere la memoria.
Il «Diario Fiorentino (giugno-agosto 1944)» che Casoni tenne in quei mesi, e che fu pubblicato nel 1946, è un documento preziosissimo e l’Istituto Storico della Resistenza in Toscana, insieme all’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, ha fatto un grande regalo ai fiorentini tirando fuori dagli scaffali queste pagine per una nuova edizione, pubblicata da Polistampa e arricchita da un’introduzione di Giulio Conticelli (vicepresidente dell’Istituto Storico della Resistenza). Il diario riporta i colloqui che Casoni ebbe con le autorità fasciste, facendosi portavoce di alcune richieste da parte dei partiti del Comitato di Liberazione. Una difficile opera di mediazione che otterrà la liberazione di oltre mille detenuti politici, e che riuscirà a frenare atti di violenza e rappresaglie sia da parte fascista che dai partigiani. Ma nello scorrere dei giorni emergono anche altre preoccupazioni: assicurare alla popolazione l’approvvigionamento di pane, pasta e farina, e fare in modo che non manchi l’acqua. C’è poi il pensiero del grande patrimonio storico e artistico della città: il timore che possa essere distrutto o portato in Germania dai nazisti in fuga.
Data recensione: 14/02/2016
Testata Giornalistica: Toscana Oggi
Autore: Riccardo Bigi