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Ceramiche, disegni, affreschi su truciolato e quadri ad olio, raffiguranti i colori delle campagne e dei borghi di Bagno a Ripoli, volti di bambini, anziani e donne che lavano nei fiumi. In tutto

Ceramiche, disegni, affreschi su truciolato e quadri ad olio, raffiguranti i colori delle campagne e dei borghi di Bagno a Ripoli, volti di bambini, anziani e donne che lavano nei fiumi. In tutto sono ottanta le opere dell’artista Giuseppe Piombanti Ammannati che il Comune ha deciso di allestire nella mostra intitolata “Il ruralismo magico”, in occasione del decimo anniversario della scomparsa dell’artista. Nato nel 1898 a San Lorenzo a Colline - una borgata posta sul confine tra il comune di Bagno a Ripoli e quello di Impruneta - il Piombanti ha lavorato gran parte della sua vita a Grassina, lasciando un segno profondo sul territorio.
L’esposizione - che è stata inaugurata la scorsa settimana - è composta da opere provenienti da collezioni private locali, acquisite negli anni e custodite da estimatori ed amici dell’artista. Un altro cospicuo gruppo di capolavori è stato, invece, concesso dalla Galleria Sant’Agostino di Torino.
A selezionare le opere e ricostruirne il percorso, articolando le varie fasi e i diversi periodi di vita e di lavoro, è stato Mauro Pratesi che ha anche realizzato il primo accurato studio sul Piombanti, raccolto in un catalogo che, tramite la biblioteca di Bagno a Ripoli, sarà messo a disposizione delle scuole come testimonianza di un uomo a 360 gradi, che fu allo stesso tempo pittore, scultore, ceramista e cartellonista.
Per l’evento sono state scelte tre sedi diverse: L’Oratorio di Santa Caterina a Ponte a Ema, visitabile fino al 25 giugno, la Misedricordia di Antella e il Circolo Acli di Grassina, dove sarà possibile ammirare i capolavori di Piombanti fino al 29 aprile.
In particolare l’allestimento presso l’Oratorio di Santa Caterina delle Ruote a Ponte a Ema si avvarrà della splendida scenografia della cappella gotica, affrescata da Spinello Aretino, che ha visto esposte in mostra, negli anni passati, opere di Pietro Annigoni, Galileo Chini, Marcello Guasti e Jean Michel Folon. Grazie ai recenti lavori di restauro la cappella ha, infatti, definitivamente acquisito le caratteristiche di una moderna ed attrezzata sala per le esposizioni, con arredi ed impianti appositamente studiati e realizzati da un’equipe di tecnici e architetti.
Soddisfatti si sono detti lo stesso sindaco Luciano Bartolini e l’assessore alle politiche culturali Silvia Tacconi che hanno sottolineato come gli investimenti nella cultura non siano mai risorse sprecate. “Gli enti locali - ha precisato Bartolini - sono spesso accusati di fare cose inutili, per noi questa mostra, invece, non solo alimenta lo spirito e l’anima, ma rappresenta anche un notevole richiamo di carttere turistico”.
Data recensione: 26/04/2006
Testata Giornalistica: Il Corriere della Provincia
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