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Dopo Bellezza divina, la mostra dedicata all’arte sacra moderna allestita a Palazzo Strozzi, il dibattito fra arte e sacro si sposta sull’arte contemporanea con l’esposizione

Dopo Bellezza divina, la mostra dedicata all’arte sacra moderna allestita a Palazzo Strozzi, il dibattito fra arte e sacro si sposta sull’arte contemporanea con l’esposizione Si fece carne allestita a Firenze all’interno della basilica di San Lorenzo,che potrà essere visitata fino al 9 gennaio 2016. Con questa mostra, promossa dall’Arcidiocesi di Firenze in occasione del V Convegno ecclesiale nazionale, i curatori, Federica Chezzi e Timothy Verdon, hanno voluto porre l’attenzione su come «nella civiltà dell’immagine», l’arte sia tra gli strumenti privilegiati per chi si impegna a trasmettere oggi l’umanesimo cristiano esaltato nel Rinascimento. Il linguaggio artistico contemporaneo è spesso difficile da comprendere perché meno didascalico o «allineato» e può suscitare dubbi, ambiguità, incomprensioni, rifiuti. «Il rapporto tra arte e fede, dalla rottura delle avanguardie in poi – scrive Federica Chezzi – non ha avuto una sua scontata consuetudine», ed è evidente la problematicità nel dialogo tra i due ambiti. Tuttavia questo rapporto non si è mai del tutto interrotto e seppur con fatica continua il suo cammino. «Perché – sottolinea il cardinale Betori, arcivescovo di Firenze - la fede non può cessare di dirsi in termini di bellezza e l’arte non può smettere di mostrare i segni di una tensione verso l’oltre, di una presenza divina nella storia umana». Il nuovo Lezionario CEI, presente in mostra con una selezione, lo dimostra: un invito rivolto a molti grandi artisti italiani, da Ceroli a Isgro, da Chia a Paolini, Spelletti, Parmeggiani, solo per citarne alcuni, che hanno accolto la sfida diventando «preziosi lettori dei segni del nostro tempo».
Una mostra piena di sorprese. Il percorso espositivo si apre con un’opera quanto mai evocativa: l’Ex voto realizzato da Yves Klein nel 1961, uno degli artisti più raffinati, anticonformisti e spregiudicati del Novecento, che alla metà degli anni Cinquanta rinunciò alla molteplicità dei colori per concentrarsi sul blu, colore immateriale, fino a brevettarne una miscela, la IKB, che trattiene la stessa luminosità e intensità di colore dei pigmenti asciutti. L’opera di Klein rappresenta una tra le più alte e sorprendenti testimonianze di sperimentazione artistica e autentica devozione, ancora oggi conservata nel monastero di clausura di Santa Rita da Cascia. Così scriveva Klein a proposito della Santa: «Santa Rita da Cascia, santa dei casi impossibili e disperati, grazie di tutto l’aiuto così grande, decisivo e meraviglioso che mi hai dato finora. Infinitamente grazie. Anche se non ne sono personalmente degno, aiutami ancora e sempre e nella mia arte e proteggi tutto ciò che ho creato affinché, nonostante me, sia tutto, sempre, di Grande Bellezza».
Dall’opera di Klein, la mostra si sviluppa in tre sezioni. La prima presenta opere di grandi artisti del panorama internazionale contemporaneo: Nan Golin, autrice di scatti fotografici dedicati alle reliquie, immagini di velata bellezza alle quali si affiancano quelle squillanti del francese Fabrice Fouillet raffiguranti chiese post moderne, o quelle dai neri severi delle cattedrali gotiche del torinese Gianni Ferrero Merlino. Ispirata al Vangelo secondo Matteo di Pasolini e all’arte rinascimentale, la serie di scatti fotografici dell’albanese Adrian Paci, la sua Via Crucis, ruvida e struggente, riflette pienamente il rapporto tra arte e devozione. In dialogo con il sacro è la videoinstallazione Xfiction dell’italo-argentino Raul Gabriel, mentre ironico e poeticamente filosofico è il libro-opera di Luciano Caruso e Franco Visco, Storia eterna della stupidità (c’è vita sulla terra) del 1969-1973.
Nella seconda sezione viene dato spazio ad alcune voci artistiche toscane, da Giuliano Vangi, presente con il bozzetto in terracotta della scultura Varcare la soglia che è stata inserita all’ingresso dei Musei Vaticani, a Filippo Rossi, con i suoi lavori informali e materici, a Enrico Savelli, Massimo Lippi autore di un’originale Faldistorio, a Chiara Pasquetti e alle artiste della Community of Jesus, Anna Mitchell, con la preziosa Croce astile, Susan Kanaga e Gabriele Wilpers. La terza sezione è invece dedicata alle immagini realizzate per il Nuovo Lezionario della CEI. La mostra si estende fuori della Basilica laurenziana grazie all’installazione dei monumentali Testimoni di Mimmo paladino, figure misteriose e ieratiche di grandissima potenza evocativa.
All’interno della mostra è ospitata anche l’esposizione Vero Dio, Vero Uomo, organizzata dalla Community of Jesus, una comunità monastica protestante statunitense ora presente anche nel territorio toscano a Barga (Lucca), dove, in una villa storica, ha avviato un Centro Ecumenico di arte e spiritualità nell’intenzione di approfondire i rapporti tra la tradizione cattolica e l’universo ecclesiale nato dalla Riforma del XVI secolo. Sono esposti i bozzetti delle opere che decorano la chiesa sull’isola Cape Cod nel Massachussetts, in un suggestivo connubio di figurativo e astratto, teso a dare forma all’idea di un’unita spirituale della bellezza.
Data recensione: 18/10/2015
Testata Giornalistica: Toscana Oggi
Autore: Rossella Tarchi