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Il museo dell’ospedale di Santa Maria Nuova sarà pronto solo nel 2010. Ma i suoi tesori nascosti, quadri, sculture, crocifissi lignei e arredi, da oggi sono

Il museo sarà pronto nel 2010. Intanto alle Reali Poste si racconta la sua storia secolare di mecenatismo e malattie

Il museo dell’ospedale di Santa Maria Nuova sarà pronto solo nel 2010. Ma i suoi tesori nascosti, quadri, sculture, crocifissi lignei e arredi, da oggi sono esposti alle Reali Poste della Galleria degli Uffizi. È una storia antica di devozione, di cura e risanamenti, di mecenatismo che ripercorre le vicende del più famoso centro di cura fiorentino, fondato nel 1288 da Folco Portinari attorno a un oratorio che poi diventerà la Chiesa di Sant’Egidio, ampliato successivamente fino a comprendere il convento delle Oblate e la corsia femminile, aggiunta ai bracci di quella maschile nel 1320 grazie alla fantesca di Beatrice Portinari. È anche la storia di una dispersione di capolavori, che ricche e influenti famiglie - Serristori, Mariani, Incontri - donavano all’ospedale, tra cui si contano anche «le 134 opere vendute tra il maggio e settembre del 1900 agli Uffizi per 442 mila lire, poiché l’ospedale aveva bisogno di soldi» racconta Esther Diana, curatrice della mostra con Alessandro Coppellotti e Cristina De Benedectis. Un patrimonio considerevole di oltre 1300 pezzi, finora sconosciuto, rimasto chiuso nei depositi di Santa Maria Nuova, delle Oblate di Careggi, degli Uffizi oltre che sparso tra i tanti musei fiorentini e che nel 2010 arrederà il nuovo museo.
Quadri e oggetti mai visti che appartengono alla storia dei fiorentini, che tra qualche anno torneranno ad essere memoria collettiva. Intanto l’esposizione Santa Maria Nuova e gli Uffizi inaugurata ieri (ingresso gratuito, aperta fino al 27 settembre, da mercoledì a domenica 9.30-12.30; 16-19, catalogo Polistampa) offre un’anteprima di 80 pezzi scelti tra i più rappresentativi ed esponibili. Già, perché molti dipinti aspettano restauri, studi critici e attribuzioni certe. Tra le opere più importanti, si segnalano una Madonna col bambino di Andrea della Robbia, un crocifisso di Giuliano (o Antonio) da Sangallo, numerosi quadretti di devozione di fine ’300 che stavano nelle cellette delle suore delle Oblate, una tavola di Madonna con bambino di Giottino, una crocefissione in terracotta di Dello Delli, preziosi oggetti di oreficeria come pissidi, cibori, turiboli e calici in argento cesellato e dorato, reliquari di varia tipologia. ed è documentata anche la parte archeologica, con i reperti venuti alla luce durante i lavori di ristrutturazione (ancora in corso) all’ospedale di Santa Maria Nuova tra il 2002 e il 2004.
Data recensione: 28/06/2006
Testata Giornalistica: La Repubblica
Autore: Mara Amorevoli