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Il racconto di un viaggio cominciato come una semplice vacanza di mare e trasformatosi in analisi interiore del proprio mondo e di quello limitrofo. Due paesi a confronto, due popoli, un

Edizioni Polistampa, 2005 Firenze

Il racconto di un viaggio cominciato come una semplice vacanza di mare e trasformatosi in analisi interiore del proprio mondo e di quello limitrofo. Due paesi a confronto, due popoli, un tempo uniti e ora sfracellati dall’insensatezza della guerra. Marco, il protagonista, rappresenta l’ignoranza del mondo aldiquà del mare: bombardato dalle notizie non sempre attendibili dei mass media, in fondo ignora una realtà estremamente vicina a casa e terribilmente complicata.
Levate le ancore, da solo, con l’unico intento dichiarato di veleggiare lungo la costa croata, il ragazzo da subito entra in contatto con la massa di reduci dell’ultimo conflitto: anime sopravvissute alla disgregazione culturale, in cerca di una nuova identità, aggrappate con forza alle poche pietre rimaste delle case in rovina. Gli uomini e le donne che Marco incontra durante le peregrinazioni nei porti, sono fantasmi di un’epoca inequivocabilmente terminata ma tuttora in equilibrio precario tra la neonata società, in lento ma inesorabile sviluppo, e i sogni e le ideologie respirate per quasi cinquant’anni.
Una sensazione costante di vertigine e annebbiamento conduce il ragazzo tra i vicoli e i locali delle cittadine di mare, tra palazzi decadenti - ultimi simboli del crollo del Comunismo - e tavolini all’aperto densi di una clientela tutta intenta a dimenticare gli ultimi echi della guerra, in vista di una futura prosperità economica, speranzosamente ricostruita sul settore turistico. A prima vista una Croazia che risolleva la testa per avvicinarsi ad uno stile balneare più simile alle ricche coste adriatiche italiane; in realtà ancora troppo debole e insicura per sorreggersi da sola sulla nuova industria in via di sviluppo. Ma questa stessa Croazia di notte, nei luoghi sconosciuti ai turisti, si dà appuntamente davanti a bicchieri di alcol feroce, in una nostalgica rimembranza corale dell’epoca appena conclusa, di fronte ad un futuro terribilmente incerto...
Dunque il viaggio – interiore e geografico – prosegue verso una dimensione più intima, più profonda, più oscura... All’interno del paese, dove le foreste già ricoprono le mura delle case schiantate dalle bombe, vive una fauna locale ancora più peculiare. E Marco, invitato a conoscere il cuore reale del luogo, si ritrova a scontrarsi con tutte le contraddizioni più drammatiche di ogni conflitto: etica e morale universalmente incompatibili con violenza e odio razziale. Invitato a comprendere, anche se non a giustificare, Marco ascolta tutto l’orrore della semplicità, di come etnie un tempo vicine e pacifiche, si sono scagliate le une contro le altre, inconsapevoli dei reali motivi del conflitto, prede ad uso e consumo degli Maestri della Guerra. Stordito, confuso, indignato, raccoglie le briciole rimaste della propria “vacanza”, portando nell’anima la testimonianza di un mondo per lui irrimediabilmente al capolinea...
Un racconto semplice e lineare, narrato con l’immediatezza del diario di viaggio, per guardare ai frutti post-bellici a dieci anni di distanza, senza giudizi e senza spiegazioni pressapochiste. Un’occhiata diretta e priva di romanticismo forse per ricordare la velocità con cui il terrore e l’odio possono dilagare, apparentemente senza motivo, in realtà alimentati sotterraneamente dagli spietati tornaconti politici ed economici.
Data recensione: 26/06/2006
Testata Giornalistica: Lo Sfoglialibro - Comune di Venezia
Autore: Francesca Sartori