chiudi

Quanto l’arte faccia bene al cuore non l’aveva imparato sui libri, ma è stata la sua terapia personale - racconta Marina Smeralda Caini del suo papà cardiologo e collezionista Bruno Caini

«Quanto l’arte faccia bene al cuore non l’aveva imparato sui libri, ma è stata la sua terapia personale - racconta Marina Smeralda Caini del suo papà cardiologo e collezionista Bruno Caini -. La prima volta rimase colpito da una coppia di grandi vasi azzurri Cantagalli con guerrieri e arpie a forgiare i manici». Furono i primi di quella che sarebbe diventata una grande collezione in cui la tipologia degli ‘azzurri stile Savona’ avrebbe sempre avuto uno spazio importante. Verranno esposti per la prima volta da oggi al 15 luglio ad ingresso libero (dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19, mentre sabato e domenica 10-13; 15-19) nella mostra ‘Manifatture fiorentine 1880-1920’ promossa dall’OmA, curata da Anita Valentini e allestita nello spazio dell’Ente Cassa di via Bufalini 6. In tutto 140 capolavori - tra oggetti d’arredo, piatti da parata, vasi, orci e sculture - di ceramiche e maioliche fiorentine appartenute a Bruno caini e provenienti dalle sei manifatture. Tra i pezzi più pregiati ‘Il vaso dei Gigli? Cantagalli, detto del sindaco perché fino a pochi decenni fa un esemplare ospitato nello studio del primo cittadino di Firenze. «Nell’anno del 150°- ricorda Eugenio Giani - questa collezione dà risalto alla nostra grande tradizione artigiana ed artistica. Caini era un grande medico e un uomo di grande sensibilità, ai dettagli delle sue opere, come si può notare ad esempio nelle foglie a rilievo dei grandi manici de ‘Le Tre Grazie’ di Salvini, allegoria della Primavera del Botticelli». La mostra - inserita tra gli eventi de ‘La Toscana verso Expo’ - durante la Notte Bianca resterà aperta fino a mezzanotte.
Data recensione: 15/04/2015
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Costanzo Maurizio