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Parlare e confrontarsi con gli altri non è sempre uguale. I pareri, le opinioni, non sono gli stessi, e diversi, spesso, sono anche i modi e i ritmi che il dialogare comporta. A volte sono le situazioni e

Parlare e confrontarsi con gli altri non è sempre uguale. I pareri, le opinioni, non sono gli stessi, e diversi, spesso, sono anche i modi e i ritmi che il dialogare comporta. A volte sono le situazioni e i nostri umori che incalzano e riducono una conversazione a sintesi, fino a renderla quasi un confronto fatto di poche parole e molti sguardi. Comunque, incisivo ed eloquente. Il Conversando di oggi appartiene a questa categoria ed ha come protagonista Giovanni (Jhonny) Ragusa.
A lui, artista “transoceanico” (è nato a Shangai e vissuto in molte parti del mondo prima di scegliere Firenze come residenza) la storica libreria Seeber, prossima a chiudere definitivamente i battenti, dedicò una delle sue intelligenti e piccole mostre. Appesi accanto agli innumerevoli volumi ancora allineati sulle storiche scaffalature, pendevano numerosi quadri e sui tavoloni giacevano alcuni bronzi che per soggetto avevano un grillo.
Il grillo era quello ideato da Carlo Lorenzini, autore di Pinocchio, che Ragusa in quell’occasione ringraziò sulla sua tomba alle Porte Sante per avergli dato carta bianca sul suo uso. Quel grillo accasciato su un fianco, soggetto inusuale per dipinti e sculture, era stato volutamente scelto dall’artista per rappresentare la morte della coscienza. Privata e collettiva.
“Come ebbi modo di riportare nel cataloghetto che accompagnava l’esposizione (con una deliziosa introduzione di Philippe Daverio), la coscienza è la consapevolezza che l’uomo ha di sé, del proprio corpo e delle proprie sensazioni, delle proprie idee e dei fini delle proprie azioni. E per dirla con il vocabolario della lingua italiana, la coscienza è il sistema dei valori morali di una persona che le permette di approvare o disapprovare i prorpi atti. È lealtà e onestà. E poi senso del dovere, sensibilità e interesse per un complesso di problemi, specialmente sociali. Insomma, come ho intuito da tempo, il grillo con la sua fine denunciava la perdita della coscienza. Oggi più che mai viviamo a contatto con persone prive di scrupoli, senza alcun rimorso o sensi di colpa. Il mondo che ci circonda è pieno d’incapaci, di uomini inconsistenti, paurosi di tutto ciò che non conoscono e sta appena fuori dalle proprie mura. Quotidianamente assistiamo a episodi che fanno pensare. Basta salire su un’auto per sentirsi aggrediti da insulti e clacson che suonano. Se poi si guardano i macchinoni da guerra che circolano per le strade, viene da domandarsi a che cosa possano servire in una città medievale. Dove vogliono andare? Forse i loro autisti sono talmente deboli da aver bisogno di un guscio che li protegga? O forse li aspetta un’arena-campo di battaglia dove poter tirar fuori i propri cannoni?”.
Dall’alto del suo studio a piazzale Michelangelo, Jhonny osserva Firenze. Poche parole, che sembrano pennellate per delineare ciò che più in questo momento lo fa soffrire: il presente culturale della città…
Data recensione: 18/06/2006
Testata Giornalistica: Il Corriere di Firenze
Autore: Riccardo Monni