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Era la Primavera del 1994, quando Francesco Gurrieri, Piergiovanni Permoli e Arnaldo Pini fondarono “il Portolano”, tutt’oggi edito da Polistampa

Festeggiando “il Portolano”

Era la Primavera del 1994, quando Francesco Gurrieri, Piergiovanni Permoli e Arnaldo Pini fondarono “il Portolano”, tutt’oggi edito da Polistampa, “rivista” – si legge in quel che allora era il numero ‘zero’ – di “Letteratura, Arte, Teatro, Cinema e Musica”. Seppur divenuta, dalle uscite immediatamente successive, “periodico trimestrale di letteratura”, la testata è sempre rimasta fedele al suo impianto iniziale, a un sincretismo che ben ne rispecchia l’appellativo: quell’essere “carta di navigazione” nel mare magnum della cultura, pronta a calarsi – recita sempre quel numero – “dentro la realtà del nostro tempo”. E se la letteratura, volendo citare Sartre, “esiste quando è in movimento”, potremmo ben dire di trovarci di fronte a un dinamismo interno che guida il lettore verso inediti approdi e lo invita a seguire traiettorie nascoste, suggerite da questa ‘mappa’ sinottica. Giovedì 27 novembre, “il Portolano” ha festeggiato il suo ventennale nella sala macchine della casa editrice Polistampa, quasi a voler siglare un ritorno alle origini, alla fucina di Efesto dove le pagine ruvide, color giallo Napoli, incontrano i segni della scrittura. Lì, tra l’odore pungente d’inchiostro e l’ambiente all’apparenza essenziale, la ‘mappa’ è stata come aggiornata, riscritta, forse in vista di rotte ulteriori e navigazioni per mari non ancora solcati. Erano presenti Maria Fancelli Caciagli ed Ernestina Pellegrini che, dal 2005, formano con Francesco Gurrieri il nuovo triumvirato della testata e continuano magistralmente il lavoro iniziato da Permoli e Pini. Ad introdurre la serata è stato Riccardo Bruscagli, ordinario di letteratura italiana presso l’ateneo fiorentino, che ha posto l’accento sulla portata culturale della rivista: specchio e riflesso dei cambiamenti ma, soprattutto, testimonianza del ruolo etico legato al ‘fare letteratura’. Il pittore e sculture Roberto Barni ha invece richiamato l’attenzione sugli artisti apparsi tra quelle pagine, sempre affiancate da schizzi e ritratti: anch’essi indicazioni necessarie al viaggio e pronte ad affascinare il lettore; guidarlo verso trame nascoste in un vicendevole scambio di parole e presenze. Ed è in virtù di questo legame profondo tra parola e figura – fra testo e paratesto – che la serata ha avuto come sottofondo la proiezione di una video-rassegna: un controcanto d’immagini dove tutti i numeri della rivista – dal primo al più recente – si sono affiancati in un’inedita sincronia. “Il Portolano” ha così incontrato la sua costola multimediale: si è lasciato vedere, sfogliare e ha esibito quel coro di voci che, per vent’anni, ne hanno animato le pagine. Se è d’uopo tirare le somme – tappa quasi obbligata per qualsivoglia ricorrenza o festeggiamento –, “il Portolano” non ha che da festeggiare e ripartire, subito, per un nuovo viaggio: quell’odore d’inchiostro, in fondo, era il segnale anche di una vittoria, di una speranza che non può, e non deve, venire mai abbandonata.
Data recensione: 13/12/2014
Testata Giornalistica: Cultura Commestibile
Autore: Diego Salvadori