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I partiti dovranno «aggiornarsi in idea, strutture e in azioni». I partiti «se non si curano s’ammaleranno seriamente di sclerosi ideologica, di paralisi strutturale

I partiti dovranno «aggiornarsi in idea, strutture e in azioni». I partiti «se non si curano s’ammaleranno seriamente di sclerosi ideologica, di paralisi strutturale, di impotenza politica». Ma quello che è più grave è che «la senescenza impotente porterà i partiti a non poter più esercitare la loro funziona naturale di ponte tra i cittadini e la comunità». Andranno trasformati «da partiti che addottrinano a partiti che si addottrinano», «ascoltando, registrando, accogliendo, soddisfacendo quanto di valido i cittadini propongono, chiedono, approvano, criticano». Sembrano riflessioni dei nostri giorni e invece risalgono a quasi trentanni fa, alla penna di Amintore Fanfani (1908-1999) che, smessi i panni del politico, tra gli anni Ottanta e l’inizio del Novanta riprese a guardare la realtà con gli occhi dello storico. Ma non ci sono solo i partiti nella riflessione dello statista ormai ottantenne: ci sono la minaccia nucleare, il terrorismo, il divario tra Paesi ricchi e terzo mondo, il pericolo di una nuova guerra. Tutti temi contenuti nell’inedito (di cui in questa pagina proponiamo alcuni brani dedicati proprio  ai partiti), custodito presso l’Archivio del senato della Repubblica e ora pubblicato con il titolo Dall’Eden alla Terza Guerra Mondiale, accompagnato da un’approfondita analisi della storica e curatrice Monica Poettinger. Il volume, realizzato in collaborazione con il Centro studi Amintore Fanfani, nasce da un’intesa tra il Senato e lo stesso Centro studi, cui già si deve la pubblicazione dei Diari del politico di Pieve santo Stefani (Ar), e può giustamente essere considerato il “testamento politico” del leader dc. «Solo un’intensa partecipazione di tutti i popoli alla crescita dello sviluppo ed al rispetto della giustizia può evitare conclusioni apocalittiche»., scrive Fanfani in questo documento che, richiudendo un decennio di studi di storia economica, rappresenta allo stesso tempo la sintesi del pensiero storico e il testamento politico dell’autore. Fanfani analizza i mutamenti tecnologici in atto negli anni Ottanta e i loro effetti sull’occupazione e sulle strutture economiche e sociali, notando come le idee e le istituzioni che governano l’Europa, e che l’hanno guidata dalla prima alla seconda rivoluzione industriale, siano del tutto inadeguate ad affrontare la terza, quella dell’informatica e della comunicazione. Per conseguire un progresso civile a partire dai nuovi mezzi, come l’energia atomica, è necessario che l’uomo cambi i fini de proprio agire: dal liberismo e dall’individualismo si deve passare alla partecipazione. È questo il messaggio principale di un testo dove lo statista, facendo tesoro della sua esperienza come ministro degli Esteri e presidente dell’Assemblea delle Nazioni unite (ruolo che svolse tra 1965 e 1966), affronta anche temi quali il disarmo nucleare e i cambiamenti nelle relazioni internazionali causati dai diversi gradi di sviluppo, rivolgendo nella parte finale un richiamo particolare ai giovani, chiamati a riprendere in mano la costruzione ideale del futuro.
Data recensione: 16/12/2014
Testata Giornalistica: L’Avvenire
Autore: Andrea Fagioli